Android domina oggi l’ambito mobile, con la sua presenza sulla quasi totalità dei dispositivi in circolazione, siano essi smartphone o tablet. La piattaforma, il cui unico tallone d’Achille risiede in un’eccessiva frammentazione, si è dimostrata capace di conquistare il mercato grazie alla possibilità offerta ai produttori di realizzare e commercializzare device di qualsiasi tipo, adatti a tutte le tasche e in grado di soddisfare pressoché qualsiasi esigenza.
Al successo del sistema operativo ha contribuito in modo determinate Google e, più precisamente, uno dei suoi volti maggiormente rappresentativi, Andy Rubin. Classe 1963, è stato fino al marzo scorso alla guida del team impegnato sulla piattaforma, per poi lasciare il posto a Sundar Pichai e dedicarsi alla divisione del gruppo che si occupa di robotica. Proprio lui è tornato in questi giorni a parlare delle origini di Android, svelando un particolare finora rimasto sconosciuto: nel 2005, a circa due anni di distanza dall’inizio dei lavori, il progetto è stato offerto a Samsung, per la necessità di trovare i finanziamenti utili a portarne avanti lo sviluppo. Questa la risposta fornita da un dirigente del gruppo sudcoreano, nel corso di un incontro.
Con quale esercito avresti intenzione di fare tutto questo? Hai sei persone. Sei impazzito?
Rubin racconta di esser stato liquidato con una sonora risata, appena due settimane prima di entrare ufficialmente a far parte della squadra di Mountain View. Il meeting con Larry Page andò infatti in modo decisamente diverso: fu raggiunto in breve tempo un accordo da 50 milioni di dollari. Il co-fondatore e attuale CEO del motore di ricerca manifestò fin da subito l’intenzione di puntare sul mercato dei telefoni, allora dominato dalle offerte dei singoli operatori, con l’obiettivo di tutelarsi dai progetti della concorrenza rappresentata da colossi come Apple e Microsoft. Il resto è storia. Curiosamente, oggi Samsung rappresenta il produttore più attivo per quanto riguarda l’ecosistema Android.