Angry Birds è uno dei fenomeni più eclatanti nel mondo dei videogiochi: l’applicazione per smartphone, infatti, è uno dei giochi più noti e scaricati sulle varie piattaforme. Un successo che ha creato una nuova forma di mercato: come è possibile, infatti, che un’applicazione così piccola e semplice abbia raggiunto una tale diffusione?
Angry Birds, come tante altre applicazioni per smartphone, costa relativamente poco, e quindi riesce ad attirare un numero di consumatori elevato. Una differenza enorme con i prezzi dei videogiochi per piattaforme come Playstation e Xbox. La storia di Angry Birds può far riflettere sul rapporto dell’industria del software con la pirateria.
Lo stesso Mikael Hed, amministratore delegato di Rovio mobile, ha dichiarato che l’azienda ha imparato molto dall’industria musicale, e soprattutto dagli errori che quel settore ha commesso. Hed ha ritenuto inutili le azioni giudiziarie messe in atto per combattere la pirateria: «La pirateria può non essere un male: può far generare più soldi alla fine della giornata» ha infatti dichiarato.
Hed, inoltre, immagina un futuro in cui le applicazioni come Angry Birds possono diventare canali di intrattenimento, e non esclude collaborazioni con l’industria musicale, riuscendo così a promuovere e vendere ulteriori contenuti e sostituire in questo modo i tradizionali sistemi. Basti pensare a Zynga, che ha gestito collaborazioni con Lady Gaga e Michael Buble attraverso i suoi giochi su Facebook.
I giochi accompagnano il tempo libero di molte persone, e sono diventati un aspetto fondamentale degli smartphone. E non solo, visto che proprio Angry Birds ha scavalcato il recinto dei piccoli dispositivi portatili per arrivare sui PC tramite Google Chrome, e infine su PSP e PS3. Anche Fruit Ninja, grazie a Kinect, ha raggiunto le 739.000 copie vendute.