Il mercato tradizionale della musica (sviluppata sulla filiera artista-casa discografica-rivendita) morirà entro il 2009. E la conseguenza è quella di una progressiva sovrapposizione, fino alla sostituzione totale, del mercato rappresentato dal download. A definire tale stima è l’agenzia di statistica “Research and Markets”, la quale introduce il proprio report con un semplice assunto: «Music is universal. Everyone loves music» (“la musica è universale, chiunque ama la musica”).
Secondo la statistica al momento ogni negozio di musica online (iTunes, Rhapsody, Napster) ha in media un archivio di 500.000 brani, ma entro la data limite del 2009 tutta la musica sarà riversata sul nuovo supporto e sul nuovo mercato.
La stessa stima valuta l’attuale mercato tradizionale della musica attorno ai 359.1 milioni di dollari (dati relativi all’annata 2003), ma le attese portano a ipotizzare un mercato del 2009 in grado di produrre una mole di 14.7 miliardi di dollari: un moltiplicatore percentuale anno, dunque, tale da contraddistinguere una ascesa esponenziale di un mercato al quale tutti stanno tentando, effettivamente, di trovare sbocco.
La ricerca non offre alcun dato relativamente al fenomeno del peer-to-peer. Vista la grande considerazione con cui la RIAA tiene in considerazione tale fenomeno (fornendo dati espliciti circa le limitazioni che apporta al mercato delle major musicali), il report offerto dalla “Research and Markets” risulta zoppo e privo di specifiche circa i possibili assunti presi in considerazione nello stilare i dati.