L’annuario Istat 2006 dipinge un quadro statistico della popolazione italiana e delle sue abitudini di vita e di consumo. Particolarmente interessanti sono i dati relativi all’ambito comunicativo e tecnologico, aspetti che vedono il nostro paese vittima di gravi disequilibri e con un grave handicap soprattutto in quanto a comunicazione sul web. Questi alcuni stralci presi direttamente dal comunicato ufficiale redatto dall’istituto (l’annuario nella sua totalità sarà disponibile in formato digitale nello stesso giorno in cui i dati saranno distribuiti nelle librerie in formato cartaceo):
«Nel 2004 le imprese di telefonia fissa e mobile hanno realizzato un fatturato complessivo di circa 44 miliardi di euro; di questi circa 24 miliardi provengono dalle attività di fornitura di accesso a Internet. Gli investimenti complessivi ammontano a oltre 7 miliardi di euro, di cui 3,8 miliardi destinati alla rete Internet».
«Alla fine del 2004 sono 63,2 milioni le linee mobili attive, 55,7 milioni le carte telefoniche prepagate e quasi 10 milioni le utenze Internet. La tecnologia prevalente nella telefonia è quella digitale xDsl, con quasi 4 milioni di abbonati mentre sono oltre 3,6 milioni le linee Umts».
«La televisione appare un’abitudine consolidata; la guarda almeno qualche giorno alla settimana il 94,2% della popolazione di tre anni e più, mentre il 63% ascolta la radio. Meno diffusa è l’abitudine alla lettura di libri e giornali: legge un quotidiano almeno una volta a settimana il 58,3% delle persone di 6 anni e più mentre il 44,1% dedica parte del proprio tempo libero alla lettura di libri (42,3% nel 2005)» (il dato conferma peraltro precedenti indicazioni del Censis).
«Sempre nel 2006 il 41,4% della popolazione di 3 anni e oltre dichiara di utilizzare il personal computer e il 34,1% della popolazione di 6 anni e più si collega ad Internet. L’uso del pc coinvolge soprattutto i giovani e tocca il livello massimo nella fascia di età tra i 15 e i 17 anni (79,7%); al crescere dell’età diminuisce l’uso e nella fascia 65-74 anni la percentuale scende al 7,0%. A livello territoriale, permane uno squilibrio nell’uso del pc (Nord e Centro 43%, Mezzogiorno meno del 35%) e di Internet (Nord e Centro 37%, Mezzogiorno 27%)».