Il nome “Anobii” deriva dall’Anobii Punctatum, il tarlo del legno e la scelta curiosa di attribuirlo ad una rete sociale dedicata al mondo dei libri allude probabilmente al carattere “divoratore” di testi di chi utilizza questo servizio nato dall’idea di una ditta di Hong Kong. La passione “vorace” per i libri infatti è l’elemento che accomuna gli utenti di Anobii ed è anche ciò che sta alla base dell’interazione “sociale” che essi possono costruire all’interno del sito.
Anobii non è soltanto uno spazio per catalogare i libri che ognuno possiede. Di certo lo si può usare per questo scopo; basta inserire il codice ISBN e il testo viene aggiunto ai propri scaffali virtuali oppure si possono effettuare ricerche testuali. Ma tutto questo è solo l’occasione di partenza per ulteriori risorse di condivisione e di interazione.
In ogni scheda di libro che abbiamo creato possiamo aggiungere dei dati più specifici e personali: il luogo in cui l’abbiamo acquistato, se lo stiamo leggendo o se dobbiamo ancora iniziare a farlo, se ne abbiamo terminato la lettura e inoltre le nostre valutazioni e i nostri commenti.
In questo modo, grazie ad un sistema che associa i commenti di tutti gli utenti che hanno inserito un determinato libro nella loro libreria, possiamo trovare persone con gusti letterari simili ai nostri, con le quali scambiarci consigli di lettura.
Gli utenti possono essere aggiunti come “vicini“, se si hanno affinità di interessi e in questo caso si può tenere d’occhio l’andamento della sua collezione di libri oppure possono ricevere l’etichetta di amici, se si intrattiene un rapporto di conoscenza più stretta.
Se diamo un prezzo a ogni libro della nostra libreria e ne descriviamo lo stato di conservazione, Anobii ci consente di vendere o scambiare i nostri testi. Nell’era del Web 2.0 le passioni personali diventano occasione di reciproco scambio di idee e di forme di comunicazione collettive dal carattere innovativo.