Gli Anonymous continuano a supportare Julian Assange, fondatore di Wikileaks attualmente rifugiato presso l’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Nelle scorse ore, infatti, il gruppo di hacktivisti della Rete ha reso noto mediante il proprio account Twitter di aver preso di mira alcuni siti Web riconducibili ad istituzioni britanniche, come confermato dall’impossibilità di accedere ai portali sotto attacco. Fine ultimo dell’aggressione è quello di convincere le autorità del Regno Unito a fare retromarcia, benché le possibilità in tal senso siano piuttosto poche.
Il primo sito Web a finire nel mirino degli Anonymous è stato quello del Dipartimento di Giustizia, irraggiungibile a causa di attacchi DDoS provenienti da tutto il mondo. Dopo circa 40 minuti è giunto il turno del Dipartimento del Lavoro e delle Pensioni, caduto sotto i colpi degli hacktivisti intenzionati a supportare Assange. L’operazione #OpFreeAssange, hashtag scelto proprio dal gruppo, è poi proseguita scagliandosi contro il sito Web “Number 10” del Primo Ministro, allargando il raggio d’azione degli Anonymous a singole figure politiche.
Accusato di crimini a sfondo sessuale in Svezia, Assange ha trovato nell’Ecuador un paese pronto a concedergli asilo politico, con l’ambasciata della nazione sudamericana a Londra che ospita il fondatore di Wikileaks nonostante un cordone di forze armante britanniche all’esterno cerchi di catturarlo. Il timore per Assange è quello di essere estradato prima in Svezia, quindi negli Stati Uniti, dovendo rispondere a numerose accuse a suo carico ritenute infondate da colui che ha dato il “La” a numerosi scandali mediante le proprie pubblicazioni online.
I cablogrammi emersi nel 2010, del resto, hanno fatto sì che Assange finisse nella lista dei ricercati di primo piano da parte delle autorità a stelle e strisce e per tale motivo l’Ecuador, timoroso che i diritti del sospettato non vengano rispettati, ha preferito concedergli l’asilo politico piuttosto che consegnarlo alla Svezia. L’aggressione da parte degli Anonymous è quindi una sorta di invito alla liberazione di Assange, ma probabilmente non verrà ascoltato dalle autorità competenti.