La frangia italiana degli Anonymous è stata duramente colpita. La “legione” è stata infatti presa di mira dal Centro Nazionale Anticrimine Informatico (CNAIPIC) della Polizia delle Comunicazioni, il quale ha provveduto all’identificazione ed al fermo di almeno 3 persone con decine di perquisizioni in tutto il paese.
Secondo quanto rivelato dal Corriere della Sera sarebbe stato identificato anche il promotore del gruppo, un italiano di 26 anni residente nel Canton Ticino ed il cui cognome coincideva con il nick usato nel gruppo: “Frey”. L’operazione “Secure Italy” ha portato ad ulteriori 2 denunce ed al coinvolgimento di altri 36 cittadini, alcuni dei quali minorenni. Ignoti al momento i capi d’accusa, ma il tutto va ricondotto alle incursioni che i cracker avevano progettato ed eseguito ai danni di aziende ed istituzioni a più riprese e con effetti deleteri sui siti Web attaccati.
Il filone Anonymous in Italia ha preso di mira aziende quali Eni, Finmeccanica o Poste Italiane al fianco di entità istituzionali quali Camera, Senato e AGCOM. Dietro gli attacchi è sembrata esserci fino ad oggi una matrice ideologica, ma il gruppo ha agito in molti casi con minor incisività e minor impatto rispetto a quanto avvenuto all’estero. Sebbene gli Anonymous si professino come un’entità “orizzontale”, organica e non gerarchica, gli arresti potrebbero aver inflitto un duro colpo al movimento italiano. Al quale, però, potrebbe ora giungere solidarietà internazionale con possibili ripercussioni nel breve periodo. Tutto ciò avviene peraltro proprio nelle ore in cui la direttiva dell’AGCOM potrebbe nuovamente portare l’Italia al centro dell’attenzione anche al di là dei confini nazionali per la frustata inflitta al mondo del copyright ed alla battaglia anti-pirateria che l’Authority intende cavalcare.
Ulteriori informazioni saranno diramate nelle prossime ore a seguito di apposita conferenza stampa preannunciata dalla Polizia Postale.