L’Associazione Anti Digital Divide, attualmente impegnata nel portare la banda larga tramite l’iniziativa Include, torna a ribadire quello che è stato uno dei principali cavalli di battaglia del gruppo fin dai propri esordi: lo scorporo della Rete è un passaggio fondamentale affinchè in Italia si possa stabilire una nuova situazione di liceità da cui ripartire per far crescere il settore.
Il comunicato prende spunto dalle recenti diatribe relative alle intercettazioni illecite attribuite a Telecom Italia «ai danni degli operatori alternativi e di migliaia di utenti». Recita il comunicato dell’associazione: «Anti Digital Divide chiede un interevento immediato del governo e delle autorità garanti per risolvere tale situazione, non più sostenibile. […] La decisione di una mera divisione contabile della società Telecom Italia, al fine di garantire il rispetto della concorrenza, si è rivelata del tutto inadatta ed anche le procedure sanzionatorie non sono servite a far cessare le condotte scorrette dell’incumbent. […] È chiaro quindi che si debbano assumere seri provvedimenti affinché il mercato venga finalmente liberalizzato e venga garantita una reale concorrenza. Condizione necessaria perché questo avvenga è lo scorporo della rete di Telecom Italia, chiesto in passato da Mario Monti ex presidente dell’Antitrust europea, da Giuseppe Tesauro ex presidente dell’Antitrust italiana, da illustri economisti, dalla corte dei conti e addirittura nel 2001 da Gasparri, ma “stranamente” mai posto in essere».
Anti Digital Divide propone il passaggio dell’ultimo miglio e delle centrali telefoniche alla proprietà statale al fine di garantire una efficace concorrenza tra gli operatori del settore e minaccia per il prossimo futuro ulteriori solleciti non soltanto alle autorità garanti ma anche direttamente al ministro Paolo Gentiloni.