Da qualche tempo girava l’indiscrezione che l’isola di Antigua e quella di Barbuda (riunite sotto lo stesso Stato), avessero intenzione di creare un sito “pirata” per il download, sfruttando le loro particolari caratteristiche fiscali e legislative. Ma la notizia proveniente da Ginevra, dove si è riunita l’Organizzazione mondiale del commercio, toglie di mezzo ogni problema: il WTO ha infatti detto sì alla richiesta di Antigua di sospendere il riconoscimento dei diritti di riproduzione statunitensi, a causa di un lungo e complesso contenzioso. Ora tutti si aspettano un portale di download di film, musica, software, equivalente di un paradiso fiscale 2.0, per approfittare della situazione.
Altro che MEGA, la nuova creatura di Kim Dotcom: nei Caraibi potrebbe sorgere un servizio di hosting e di upload/download ancora più tranquillo per gli utenti e al riparo da brutte sorprese. Almeno stando a Torrent Freak, che parla – con malcelato entusiasmo – di «un portale multimediale che offrirà film, show televisivi, musicali e software ai clienti in tutto il mondo».
Per quale ragione Antigua sta facendo questo? Per uno dei motivi più antichi del mondo: vendetta. Il ministro delle finanze Harold Lovell ha apertamente accusato gli Usa di aver devastato il settore del gambling (i giochi d’azzardo online) con le loro pratiche incontrollate e sleali, perciò chi di abuso ferisce di abuso dovrà perire:
Queste aggressioni per spegnere il settore dei giochi a distanza in Antigua ha portato alla perdita di migliaia di posti di lavoro, il sequestro di miliardi di dollari appartenenti a operatori di gioco e ai loro clienti in tutto il mondo. Non ci lasciano scelta: se un altro paese si comportasse così con l’economia americana noi sosterremmo il loro desiderio di giustizia.
Dunque, da questa piccola isola (scoperta nel 1493 da Cristoforo Colombo) di 280 chilometri quadrati e una popolazione di 45 mila abitanti partirà un’offensiva clamorosa e protetta legalmente verso il copyright dei grandi colossi dell’intrattenimento. Come finirà?
Dagli Usa sono già arrivate parole diplomatiche, ma un po’ tese: se la questione è risolvere le varie controversie commerciali, dicono da Washington, inventarsi il portale non è il modo giusto per risolvere i problemi, bensì per accentuarli. Un funzionario, a Ginevra, si è lasciato scappare un parere che suona minaccioso:
Se il governo autorizzasse la pirateria comprometterebbe le possibilità di una soluzione che fornirebbe benefici reali per Antigua. Inoltre, sarebbe da ostacolo agli investimenti esteri nell’economia di Antigua, in particolare nei settori ad alta tecnologia.
Forse mancano pochi mesi perché scoppi una nuova era della guerra alla pirateria.