Jon Leibowitz, antitrust statunitense. Joaquin Almunia, antitrust europea. Un tavolo a due che, nei prossimi giorni, si porrà una domanda precisa: come funziona Google? Il grave dubbio aleggia infatti su entrambi i fronti, e tanto Leibowitz quanto Almunia sono alle prese con una matassa estremamente complessa da districare nel tentativo di capire se e come Google contravvenga alle normative antitrust USA e UE.
La legge statunitense è notoriamente più morbida in quanto a concorrenza, tuttavia anche negli States Google è nell’occhio del ciclone da tempo e sotto la stretta osservazione della Federal Trade Commission. Secondo quanto spiegato dai vertici della commissione, entro l’anno si dovrebbe giungere ad una decisione. La realtà, però, è che nonostante mille approfondimenti non si sia ancora giunti ad una decisione e l’antitrust non avrebbe quindi ancora determinato come e se agire nei confronti dell’azienda di Mountain View.
La legge europea è più stringente, ma anche in Europa i tempi stanno andando per le lunghe indispettendo anche lo stesso Almunia. Anche qui la matassa è estremamente intricata: al vaglio le modalità con cui Google fa propri i contenuti altrui e poi li ordina nell’indice di quella che di fatto è diventata la homepage dei navigatori (la quota di Google nel mercato della ricerca online, soprattutto in Europa, è di quasi monopolio). La decisione europea dovrebbe essere comunicata ad inizio 2013.
Le parti si incontreranno nelle prossime ore per fare il punto della situazione. Il rischio infatti è di giungere a considerazioni opposte ragionando sul medesimo oggetto, cosa che renderebbe peraltro meno credibili anche in controlli delle commissioni antitrust. Con ogni probabilità Leibowitz e Almunia spiegheranno reciprocamente quanto deciso ed omologheranno le rispettive conclusioni all’interno di un ragionamento unico.
Google rischia gravose sanzioni ma, soprattutto, rischia di veder intaccato al cuore il proprio business. La pressione è forte ed il gruppo da tempo si dice fermo e collaborativo nei confronti delle autorità. Dal tavolo a due tra FTC e Commissione Europea, però, stavolta Google è stato escluso: entro un mese la prima sentenza potrebbe essere scritta e potrebbe anticipare di poco l’immediata eco dall’altra parte dell’oceano.