Nuovi problemi legali in vista per Bill Gates. La sua Microsoft è infatti obiettivo di una nuova offensiva legale in tema antitrust e, in modo non dissimile dal passato, ad essere accusato è il regime di prezzi e le tattiche predatorie adottate. La diversità rispetto al passato è il mittente delle accuse: non più aziende private, ma bensì governi locali e dunque entità pubbliche.
Nella fattispecie l’accusa giunge da 6 governi locali della California, ivi compresi nomi altisonanti quali Los Angeles e San Francisco. La denuncia è stata depositata presso la Corte Superiore di San Francisco e la richiesta è quella di un risarcimento in merito a quanto speso dagli enti in questione tra il 1995 ed il 2001 per l’acquisto di Windows, Word ed Excel: un mercato non libero avrebbe portato a prezzi gonfiati e tutto ciò avrebbe costituito un danno sia per l’entità pubblica (l’accusa), sia per tutti coloro i quali, tramite il pagamento delle tasse, finanzia tali enti e tali spese.
Nessun commento che entri nel merito giunge dalla Microsoft. Stacy Drake, portavoce del gruppo di Redmond, si limita a confermare l’accaduto rinviando i commenti a quando i legali del gruppo avranno avuto il tempo di visionare le carte legali appena depositate dalla controparte. Drake sottolina inoltre la bontà delle scelte Microsoft, specificando come l’azienda abbia semplicemente portato avanti la propria politica offrendo buon software a prezzi contenuti.
Il rischio che corre ora l’azienda di Bill Gates va oltre le semplici singole accuse: se il giudice lo ritenesse opportuno, la denuncia legale potrebbe trasformarsi in “class action” ed il rischio pecuniario conseguente potrebbe gonfiarsi fino ad oltre un miliardo di dollari.