Dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato è partita una missiva di fronte alla quale Governo e Parlamento dovranno ora riflettere: si tratta infatti di una lettera che apre uno squarcio sul mondo della SIAE, ipotizzando la possibilità (anzi, la necessità) di arrivare a soluzioni alternative che impediscano l’attuale situazione di monopolio nella raccolta dei diritti d’autore.
Il nucleo della Direttiva è costituito dalla libertà di scelta. In virtù di tale principio è riconosciuto ai titolari dei diritti la facoltà di individuare un organismo di gestione collettiva “(…) indipendentemente dallo Stato membro di nazionalità, di residenza o di stabilimento dell’organismo di gestione collettiva o del titolare dei diritti (…)”
In tal senso il ruolo della SIAE è fotografato come una autentica anomalia intrinseca al sistema italiano di raccolta dei diritti d’autore, ma completamente aliena al quadro normativo che l’UE auspica e impone ai propri stati membri.
SIAE: il parere dell’Antitrust
Quello partito dall’AGCM è un “parere” «ai sensi dell’articolo 22 della legge 10 ottobre 1990, n. 287 in merito all’attuazione della Direttiva 2014/26/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, sulla gestione collettiva dei diritti d’autore nel mercato interno». Ispirandosi ad una iniziativa europea, insomma, l’Authority ha dato il via ad un dibattito destinato a far discutere poiché rischia di avviare l’iter che porterebbe all’annientamento di un meccanismo di raccolta dei diritti consolidatosi da anni nell’immaginario collettivo come unico e privo di alternative praticabili. Al centro di tutto c’è la SIAE, al centro di discussioni ormai da tempo e messa nel mirino da Fedez prima ancora che dal Garante: il passaggio dell’artista a SoundReef è forse la prima crepa, sicuramente la più rumorosa, non certo l’ultima.
Nell’abstract pubblicato dall’Authority v’è il cuore del parere inviato al Governo: «L’Autorità ritiene che, in un contesto economico caratterizzato da profondi cambiamenti tecnologici, la mancata apertura del mercato nazionale della gestione dei diritti d’autore limita la libertà d’iniziativa economica degli operatori e la libertà di scelta degli utilizzatori. A suo parere, il mantenimento del monopolio legale appare in contrasto con l’obiettivo di rendere effettiva la libertà dei titolari del diritto di effettuare una scelta tra una pluralità di operatori in grado di competere con l’incumbent senza discriminazioni». Insomma: il monopolio SIAE non ha più senso di esistere alla luce del cambiamento in atto nel mondo della produzione e della distribuzione dei contenuti, il che deve imporre una riflessione circa le migliori modalità per uscire dall’attuale stallo incentrato sulla concentrazione della raccolta dei diritti da parte di un solo attore di mercato.
AGCM: una spallata alla SIAE
«Il recepimento della Direttiva rappresenta, a giudizio dell’Antitrust, un’occasione particolarmente rilevante da cogliere per aprire alla concorrenza l’attività di intermediazione in questo campo». Tuttavia, continua l’AGCM, il Governo deve intervenire al più presto per correggere l’approccio fin qui seguito: «il disegno di legge che delega il Governo al recepimento delle direttive europee e all’attuazione di altri atti dell’Unione europea (legge di delegazione europea 2015), approvato alla Camera e attualmente in discussione al Senato, non prevede espressamente un intervento sul regime di monopolio legale della SIAE».
Un parere che diventa una spallata: secondo l’AGCM occorre rivedere in modo più organico la regolamentazione del settore, operando al fine di tutelare eventuali nuovi attori che intendano sfidare, e magari sostituire, la SIAE. L’Antitrust sembra quasi esprimere un timore, ossia che gli interventi in atto non agiscano in modo sufficientemente radicale e che quindi si consenta di fatto alla SIAE di mantenere la propria posizione da incumbent: «l’intervento di liberalizzazione dovrebbe essere integrato da una riforma complessiva delle modalità di intermediazione dei diritti delineate dalla LDA, senza trascurare una rivisitazione del ruolo e della funzione della SIAE nel mutato contesto».
Un parere che vale molto di più, insomma: gli artisti che in più di una occasione sono stati chiamati a raccolta in difesa della SIAE potrebbero trovare nuove motivazioni per coalizzare la protesta, ma l’indicazione che arriva dall’Europa è chiara e l’Antitrust italiana non ha fatto altro che recepirne i principi. Un parere, infine, che vale come un messaggio che in copia ha il ministro Dario Franceschini: la sua idea di riforma della sia senza “scomporla” non sembra reggere la forza d’urto dell’Antitrust, il che è destinato a sfociare in uno scontro dai toni aspri. Secondo Franceschini il monopolio SIAE è motivato dalle limitate dimensioni del mercato italiano, ma la prospettiva di una entità di raccolta europea dei diritti è uno sbocco auspicabile. Il ministro, insomma, sembra voler prendere tempo procrastinando in qualche modo la situazione attuale; l’AGCM chiede l’esatto contrario, invitando il Governo ad azioni sollecite e prive di ambiguità.
Nel monopolio SIAE si è appena aperta una pericolosissima breccia all’interno della quale il mondo dell’innovazione non faticherà ad infilarsi per affondare il passato e instaurare nuovi nomi, nuovi equilibri e nuove regole. La lettera dell’AGCM è solo l’inizio.