PlayStation Plus, il servizio in abbonamento di Sony per giocare online su PlayStation 4, è a pagamento, ma l’azienda è stata poco chiara nel comunicarlo. Per questo l’AGCM, Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato, ha comminato all’azienda giapponese una multa di 2 milioni di euro, dopo un procedimento istruttorio. In particolare la multa è diretta verso Sony Interactive Entertainment Europe, Sony Interactive Entertainment Europe Network e Sony Interactive Entertainment Italia.
L’Antitrust ha motivato la multa scrivendo che l’utente non è adeguatamente informato riguardo l’obbligo di abbonarsi a PlayStation Plus per usufruire delle modalità online dei giochi acquistati. Ciò non è evidente sulle confezioni fisiche dei titoli e neanche sulla versione online dello store digitale, a cui si può accedere anche con l’app mobile. Per l’Antitrust Sony ha adottato una “condotta che induce in errore i consumatori“, perché inoltre comprando il gioco nel negozio online non si avrebbe diritto di recesso.
Inoltre secondo l’AGCOM, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, l’utente potrebbe acquistare un videogioco ma non fruirne nella sua interezza se non paga l’abbonamento al servizio accessorio. Nel caso si acquisti un gioco dall’app mobile, l’obbligo di pagare l’abbonamento a PlayStation Plus viene comunicato solo nella pagina dove è presente il tasto “Aggiungi al carrello”.
Sony si è difesa dichiarando che un consumatore attento è consapevole di ciò che sta acquistando. “Da nessuna parte sulla confezione si indica che le modalità multigiocatore online sono gratuite, o comprese con l’acquisto di PS4. La frase sul retro della confezione informa chiaramente il consumatore che per giocare online è necessario avere PS Plus”, ha dichiarato. L’azienda ha sottolineato che le modalità di gioco multiplayer sono da considerarsi un servizio opzionale.
Ha ammesso però che nelle pagine di informazione di alcuni titoli di terze parti mancano dettagli riguardo il fatto che PlayStation Plus sia necessario per accedere alle modalità di gioco multiplayer online. AGCM però ha chiarito però che l’onere di ricercare informazioni rilevanti non deve ricadere sul consumatore.