Antitrust, rischi per lo sviluppo del 5G in Italia

L'Antitrust ha evidenziato una serie di ostacoli normativi in Italia che potrebbero penalizzare l'avvento e la crescita del 5G.
Antitrust, rischi per lo sviluppo del 5G in Italia
L'Antitrust ha evidenziato una serie di ostacoli normativi in Italia che potrebbero penalizzare l'avvento e la crescita del 5G.

L’Antitrust paventa alcuni rischi in Italia per lo sviluppo del 5G. All’interno dell’ultimo bollettino del 2018, l’AGCM ha deliberato di inviare una segnalazione relativa agli ostacoli all’installazione di impianti di telecomunicazione mobile e broadband wireless access presenti nelle normative locale (comunale e provinciale), regionale e nazionale. Secondo l’Antitrust, tali ostacoli restringono ingiustificatamente la concorrenza nei mercati delle telecomunicazioni e rischiano di determinare ricadute negative rilevanti sui livelli di servizio erogati ai consumatori e alle imprese, nonché sulla competitività dell’Italia nei confronti di altri Paesi.

Le criticità concorrenziali derivanti da queste restrizioni sono destinate ad accentuarsi nell’attuale fase di transizione alle tecnologie 5G, che rischia di subire un rallentamento, andando a vanificare l’impegno che l’Italia ha profuso con riguardo alle tecnologie 5G, muovendosi in anticipo rispetto ad altri Paesi europei nell’assegnazione delle frequenze. L’AGCM evidenzia anche che la tecnologia 5G rappresenta un’opportunità di crescita della competitività del Paese e un fattore di innalzamento dei livelli di concorrenza. Infatti, tale tecnologia permetterà l’erogazione di nuovi servizi che, oltre alle comunicazioni interpersonali, interesseranno diversi comparti industriali, quali energia e utilities, manifatturiero, trasporti, sanità, agricoltura, automazione, servizi finanziari.

Ne consegue che appare indispensabile favorirne lo sviluppo mediante l’eliminazione di restrizioni ingiustificate e non necessarie, nonché attraverso la definizione di best practice per le amministrazioni locali volte ad indirizzare la propria azione amministrativa ai principi di efficienza ed efficacia.

L’analisi dei procedimenti che regolano l’installazione degli impianti di telecomunicazione ha portato alla luce diverse criticità concorrenziali, derivanti dalla regolamentazione locale (comunale e provinciale) o regionale, che hanno l’effetto di rallentare o ostacolare la realizzazione delle reti di telecomunicazione mobile e di fixed wireless access, comportando una copertura incompleta, incrementando i costi amministrativi e determinando una discriminazione tra operatori storici e nuovi operatori, nonché tra tecnologie pre-esistenti e nuove tecnologie. Al riguardo, si ricorda peraltro che l’Autorità ha, in molteplici occasioni, riconosciuto l’importanza di una corretta azione amministrativa al fine di favorire l’infrastrutturazione tecnologica del Paese.

La prima tipologia di criticità deriva dalla circostanza che numerosi regolamenti comunali adottati ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della Legge Quadro presentano criteri di localizzazione che precludono e/o fortemente limitano l’installazione di impianti di telecomunicazione in ampie porzioni del territorio comunale.

Tali restrizioni sono state ritenute illegittime sia dalla giurisprudenza costituzionale, sia dalla giurisprudenza amministrativa, in quanto si traducono in un divieto tout court di installazione in ampie zone del territorio, senza alcun bilanciamento puntuale e concreto dei differenti interessi pubblici da tutelare, in violazione del disposto di cui all’articolo 86, comma 3, del Decreto Legislativo n. 259/2003, il quale ha assimilato gli impianti di comunicazioni elettroniche alle opere di urbanizzazione primaria e a carattere di pubblica utilità.

Inoltre, alcuni regolamenti comunali e alcune ARPA fissano in modo ingiustificato limiti alle emissioni elettromagnetiche e di potenza, in difformità rispetto ai limiti stabiliti dalla normativa nazionale, ostacolando così ingiustificatamente l’installazione di impianti di telecomunicazione. Un’ulteriore criticità riguarda la violazione o la erronea applicazione delle procedure autorizzatorie previste dal Codice delle Comunicazioni.

Inoltre, ulteriori criticità derivano dalla circostanza che i procedimenti amministrativi di autorizzazione all’installazione di impianti di telecomunicazione risultano eterogenei e farraginosi.

È pertanto indispensabile che il quadro normativo regolamentare esistente, a tutti i livelli di governo, abbia come obiettivo la rimozione di ostacoli non necessari e la riduzione dei costi e tempi amministrativi, così da mantenere e ampliare i livelli di concorrenza nei mercati delle telecomunicazioni mobili e fisse, nonché la definizione di best practice per le amministrazioni locali volte a informare e indirizzare la propria azione amministrativa ai principi di efficienza ed efficacia.

L’Autorità auspica, di conseguenza, che tutte le amministrazioni predispongano azioni concrete al fine di rendere più efficiente ed efficace il procedimento autorizzatorio per l’installazione di impianti di telecomunicazione.

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