Un anziana ha chiesto 1 milione di dollari ad Apple come risarcimento danni. La motivazione, tuttavia, non risiede in una repentina autocombustione di iPhone, in un iPad non funzionante o in un MacBook fallace, bensì nella porta di App Store. Sì, proprio così: la donna di 83 anni si è scontrata con la vetrata tipica dei negozi targati Apple e, dopo essersi rotta il naso, ha avanzato la singolare richiesta.
Evelyn Paswall stava passeggiando in quel di Manhasset, New York, quando attratta da Apple Store ha deciso di dare un’occhiata. Sarà stato il vetro forse troppo pulito, ma la donna si è schiantata contro le porte d’ingresso, rompendosi il naso. Ricevute le cure idonee, ha quindi deciso di portare in tribunale la Mela con una richiesta di risarcimento di 75.000 dollari per le spese mediche, a cui si aggiunge un milione di dollari per i danni da negligenza. Negligenza? Sì, secondo la donna Apple avrebbe dovuto segnalare – o quantomeno rendere visibile – la presenza del vetro.
Derek T. Smith, l’agguerrito avvocato della vecchietta, ha così commentato l’accaduto, tacciando Apple di ogni nefandezza:
«Apple vuole essere moderna e alla moda e utilizza un tipo di architettura gradito dal pubblico tecnologico, ma dall’altro lato si deve confrontare con i pericoli che questo tipo di architettura high-tech crea per alcune persone. […] Non c’era alcun segnale sul vetro oppure erano davvero inadeguati. Il mio cliente è ottuagenario. Vede bene, ma non ha visto alcun vetro. Il cliente stereotipato di Apple è un Gen-Y, un teenager o uno studente di college, ma devono capire che anche le persone della terza età sono loro clienti.»
Appare tutto, a dir la verità, come un pretesto. Apple non è l’unico retailer che fa uso di porte in vetro, l’incidente sarebbe potuto egualmente accadere in una boutique di moda o persino a un supermercato. Di certo la Mela, fra le citate, è quella con il portafoglio più pieno.