AOL, dal baratro alla ripresa con la cura Parson

Dopo il baratro iniziato nel 2001 a causa delle operazioni ambigue di Steve Case, AOL torna oggi a riprendere quota. Il nuovo chief executive Parson può vantare 1.06 miliardi di dollari di utili, e tutto ciò grazie ad una drastica riduzione dei costi.
AOL, dal baratro alla ripresa con la cura Parson
Dopo il baratro iniziato nel 2001 a causa delle operazioni ambigue di Steve Case, AOL torna oggi a riprendere quota. Il nuovo chief executive Parson può vantare 1.06 miliardi di dollari di utili, e tutto ciò grazie ad una drastica riduzione dei costi.

AOL torna a prendere quota. La celebre sigla simbolo del media onnicomprensivo, incarnato in AOL Anywhere, dopo gli anni bui culminati con la dipartita di Steve Case vede finalmente una stagione positiva che la rilancia nuovamente verso i vertici dell’economia della comunicazione.

Dopo la fusione con Time Warner, che ha decurtato gli azionisti del 70% del valore in loro possesso aumentando però il segno positivo nelle casse personali di Case, AOL non aveva più avuto segni di ripresa e dal Gennaio 2001 il crollo era stato continuo.

Ora la politica di Parson, nuovo chief chief executive di America On Line, inizia a dare i suoi frutti: 3,8 miliardi di dollari in cessioni e una drastica politica di riduzione dei costi ha permesso ad AOL di ritornare al segno positivo registrando utili per 1,06 miliardi di dollari ne secondo trimestre 2003.

Già lo scorso anno si iniziava a vedere un futuro più roseo quando nello stesso periodo gli utili erano stati di 396 milioni di dollari: prime avvisaglie di una ripresa oggi concreta a cui non poco hanno contribuito i 750 milioni provenienti direttamente dalle casse Microsoft per la nota questione giudiziaria antitrust.

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