Al 75 di Rockfeller Plaza (New York), dove si trova la sede
di AOL Time Warner, la campana suona soltanto a gennaio. Ma ogni volta, i suoi
rintocchi fanno tremare dalle fondamenta l’edificio della New Economy
statunitense, e non solo.
Era il 10 gennaio del 2000 quando Steve Case e Gerald
Levin stupivano il mondo annunciando l’acquisto di Time Warner, il più grande
gruppo mediale del pianeta, da parte di America Online, un Internet service
provider nato meno di dieci anni prima che, grazie al boom dei titoli
tecnologici, aveva raggiunto in borsa una quotazione da 163 miliardi di dollari.
Era il 12 gennaio del 2001 quando la FTC (Federal
Trade Commission) dava il via libera alla fusione e l’allora presidente della
commissione, Robert Pitofsky, dichiarava: «Questa fusione arriva all’alba di un
nuovo sviluppo tecnologico, la banda larga, che rivoluzionerà Internet e la diffusione
di notizie e spettacolo».
Ora, 12 gennaio 2003, l’uomo che aveva sognato quella
rivoluzione, Steve Case, abbandona la presidenza del gruppo AOL Time Warner.
Una decisione che Case ha rimandato a lungo, ma che si è resa improrogabile da
quando, alla rabbia degli azionisti (il titolo AOL Time Warner ha perso il 70
per cento dalla fusione) si è unito lo scandalo dei conti gonfiati: a ottobre
la compagnia ha dichiarato che i bilanci degli ultimi due anni saranno rivisti
assegnando ad America Online minori entrate per 190 milioni di dollari.
«Alcuni azionisti continuano a concentrare su di me,
personalmente, la loro delusione per le prestazioni della compagnia dopo
la fusione», ha spiegato Case davanti al consiglio d’amministrazione. «Amo la
compagnia è farò tutto il possibile perché abbia successo. Ho creduto in
America Online quando l’ho costruita; ho creduto in AOL Time Warner quando l’abbiamo
creata; e continuo a credere nelle grandi potenzialità della compagnia e dei
suoi uomini. Anche se il mio ruolo cambierà, il mio entusiasmo per quello che
la compagnia può diventare non diminuirà».
Steve Case, 44 anni, aveva creato America Online nel 1985
(allora si chiamava Quantum Computer Services, e forniva un servizio BBS per
Commodore ed Apple II). AOL era stata la prima Internet company ad entrare
nelle cosiddette Fortune 500, le 500 aziende più ricche degli Stati
Uniti. L’acquisto di Time Warner era stato il punto più alto della sua visione:
portare i media tradizionali, compresa la TV, nei personal computer.
Una visione che si è scontrata con le difficoltà della banda
larga e, soprattutto, con la crisi della pubblicità online. Il dinamico ISP, un
tempo ritenuto il pezzo di maggior pregio nell’argenteria di famiglia, viene
adesso visto come una palla al piede dalla vecchia dirigenza di Time Warner,
la quale si è rimpossessata del consiglio d’amministrazione. Con le dimissioni
di Case, che seguono quelle di Jerry Levin, in pensione da maggio, e di Bob
Pittman, ritiratosi a luglio, gli artefici della fusione sono scomparsi dai
posti chiave.
Si fanno sempre più insistenti le voci secondo le quali la
compagnia riacquisterà presto la vecchia denominazione di Time Warner. E in
questo scenario, rispunta il nome che in anni recenti è stato il simbolo dei
più grandi successi della compagnia: quello di Ted Turner. Il vecchio
magnate, inventore di CNN, che si era defilato dopo la fusione, viene indicato
da molti come il più probabile candidato alla successione di Case.