L’analisi dei parametri biometrici raccolti da dispositivi come gli smartphone o quelli indossabili può fornire informazioni precise sullo stato di salute di una persona. È partendo da questo presupposto che un team di ricercatori britannico ha iniziato lo sviluppo di un’applicazione il cui obiettivo è quello di identificare preventivamente l’insorgere o l’aggravarsi dei sintomi legati al morbo di Parkinson.
Il funzionamento si basa sul monitoraggio dei movimenti e della voce del paziente, attraverso il riconoscimento di determinati pattern tipici della patologia. Questo permette un controllo costante e non invasivo, integrato nella vita quotidiana e senza richiedere l’intervento attivo da parte del medico, che può comunque essere avvisato nel caso in cui venga rilevato un allarme per assegnare le dovute cure o terapie.
Scendendo nel dettaglio, l’applicazione esegue sette tipologie di test differenti, relative a tremori, andatura, tempi di reazioni e parlato. Quest’ultimo aspetto è di fondamentale importanza, secondo quanto dichiara il dott. Fahd Baig, del Parkinson’s Disease Centre di Oxford. I primi test hanno mostrato una precisione quasi assoluta: al paziente basta pronunciare “ahhh” vicino al microfono dello smartphone e l’algoritmo incluso identifica il progredire della malattia con un’accuratezza del 99%.
La lotta ai disturbi neurodegenerativi mediante l’impiego della tecnologia è una priorità anche per gruppi appartenenti all’universo online come Google, che con la messa in campo di Calico si è posta proprio questo obiettivo. In particolare, focalizzando l’attenzione sul Parkinson, il gruppo di Mountain View ha acquisito nel 2014 il team Lift Labs, responsabile della creazione di un ingegnoso cucchiaio chiamato Liftware, che permette alle persone affette dalla patologia di mangiare in modo del tutto autonomo e senza grandi problemi. Ad oggi sono circa 10 milioni i casi di pazienti riconosciuti in tutto il mondo.