Il Parlamento australiano ha intenzione di indagare su Apple e Microsoft circa le ragioni di un maggiore esborso economico, in quel Paese, per scaricare software da App Store e da Windows Phone Marketplace. In Australia, infatti, i consumatori pagano un prezzo più alto per un contenuto che negli altri territori è disponibile a costi inferiori.
La notizia dell’avvio dell’indagine contro Cupertino giunge dopo il report sulla situazione dei costi su App Store rilasciato dalla Commissione per la Produttività del governo australiano, autority che ha trovato significative disparità fra i prezzi imposti sul negozio virtuale locale e quelli degli altri paesi. Quando poi la Commissione ha chiesto alle aziende IT perché imponessero sul loro territorio prezzi così alti, ha considerato le loro risposte poco convincenti.
I politici australiani sperano pertanto che Apple – e Microsoft, in questo caso – spieghi i motivi per cui è necessario pagare così tanto le applicazioni sull’App Store d’Australia, e che di conseguenza l’azienda decida di abbassarne i prezzi. Il ministro delle Comunicazioni Stephen Conroy ha appoggiato l’inchiesta e ha sottolineato che il modo in cui vengono prezzati i software IT e altri materiali del settore hanno un grosso impatto sul business locale, ecco perché è così importante che le società si adeguino agli altri paesi.
Apple non ha ancora fornito un commento a riguardo ma è possibile che si esprima sulla vicenda nelle prossime ore. Nel frattempo, l’avvocato che si occupa della tutela dei consumatori australiani ha spiegato come le aziende utilizzino sempre le stesse scuse per giustificare i rincari dei propri software, ovvero le piccole dimensioni del mercato australiano, il costo necessario per la creazione dei centri di supporto e le tasse locali maggiori che negli altri paesi. A ogni modo, l’inchiesta parlamentare inizierà entro la fine dell’anno e sarà condotta dai membri della Camera dei Rappresentanti.