Torna di nuovo d’attualità il tema degli acquisti in-App su App Store, ovvero la modalità di selezione di contenuti e feature a pagamento all’interno di un’applicazione per iOS. E i protagonisti sono sempre i bambini e le loro famiglie, ignari di spendere denaro reale per raggiungere il livello successivo di un videogioco o comprare nuovi giocattoli a un animaletto virtuale. Apple ha da tempo lanciato una policy di rimborso per tutti i minori tratti in inganno, ma quello odierno è un vero e proprio record: una bimba ha infatti scaricato ben 6.000 dollari di contenuti.
La piccola Lily, 8 anni e figlia del titolare dell’account iTunes Briton Lee Neale, stava tranquillamente giocando con l’iPad di papà. Dopo pochi giorni, l’estratto della carta di credito ha mostrato ben 4.000 sterline, all’incirca 6.000 dollari e 6.400 euro, in acquisti in-app. Contattata Apple, però, in un primo momento la società pare non abbia voluto rimborsare il denaro. D’altronde, dopo i primi casi apparsi sulle cronache mondiali nel 2013, Cupertino ha lanciato un nuovo programma di tutela con istruzioni specifiche per i genitori, segnalazioni evidenti a schermo e nuovi filtri per App Store, così che si potesse escludere ogni responsabilità dell’azienda per il download ingenuo di un membro della famiglia. L’uomo, un ingegnere aerospaziale, ha però deciso di rivolgersi alla stampa per farsi ascoltare dalla mela morsicata:
«Lily ha solo 8 anni e non ha ancora compreso il senso del denaro. Probabilmente non saprebbe dire quanto costi un pacchetto di patatine. Mi ha davvero sorpreso quanto evasiva sia stata Apple. Si tratta di una bambina di 8 anni. Ma iTunes mi ha detto che non avrò categoricamente indietro il mio denaro. Sono molto deluso anche dalla mia banca, che non mi ha allertato di ciò che stesse succedendo.»
A seguito dell’emersione del caso su quotidiani come il Daily Mail e il The Sun, Apple ha però deciso di contattare l’ingegnere e di accordare il pieno rimborso della cifra spesa, scusandosi per il disguido. Ci si chiede, tuttavia, come abbia fatto la bimba ad accedere agli acquisti in-app, soprattutto da quando la Mela ha introdotto regole più ferree sulla password.
«Lily ha utilizzato la password che mi ha visto inserire per scaricare i giochi. Ma ha solo 8 anni: anche quando le ho spiegato che quel che ha fatto è costato soldi reali del papà, non credo abbia davvero capito. Questi acquisti in app sono terribili e le persone ne devono essere consapevoli.»
Tutto è bene quel che finisce bene, ma attenzione perché potrebbe essere l’ultima volta: Apple ha messo in campo contromisure efficaci ed esaustive per informare i genitori sui pagamenti effettuati direttamente dalle applicazioni, non vi sono quindi più modi per considerare Cupertino responsabile. Se proprio non si volesse controllare i propri pargoli durante una sessione di gioco, almeno ci si faccia furbi: basta disattivare momentaneamente la connettività 3G e WiFi per evitare che gli ordini vadano a termine.