Apple potrebbe aver deciso di vietare le applicazioni dedicate al mining di criptovalute dal suo App Store, forse in un’ottica di protezione delle risorse di iPhone e iPad. È quanto si apprende dalle nuove linee guida per gli sviluppatori introdotte con iOS 12, così come rende noto AppleInsider, il sistema operativo presentato la scorsa settimana in occasione della WWDC 2018.
Così come riporta proprio AppleInsider, Apple ha aggiornato la sezione delle sue linee guida dedicate alla Compatibilità Hardware, specificando come le applicazioni di terze parti non possano, in iOS 12, avviare dei processi in background estranei al tema del software stesso o ai servizi di advertising connessi. Il gruppo di Cupertino ha fatto riferimento esplicito al mining di valute virtuali, rendendo di fatto vietato su iPad e iPhone.
Non è però tutto, poiché la società di Apple Park ha anche aggiunto una sezione appositamente dedicata alle criptovalute, specificando come nessuna operazione di mining possa avvenire direttamente sul dispositivo dell’utente. Gli sviluppatori interessati dovranno spostare questa facoltà sulla nuvola o, ancora, approfittare di qualsiasi modalità “off-device”.
Le motivazioni di questa scelta non sembrano essere legate a ragioni legali, considerato come anche in passato Apple abbia accettato applicazione legate alle criptovalute, purché ammesse nel Paese di residenza dell’utente. Più probabile, invece, che la misura si sia resa necessaria per preservare le risorse hardware degli iDevice, evitando un consumo eccessivo di energia e danni alla durata delle batterie.
Il mining di moneta virtuale, infatti, richiede grandi risorse al processore dei dispositivi, costretti per lungo tempo a calcoli complessi, al massimo delle loro capacità di elaborazione. Una necessità che richiede un apporto di energie costante, più rispetto alle normali operazioni eseguibili con smartphone e tablet, decimando così la durata della batteria. Al momento, Apple non ha commentato direttamente la propria presa di posizione, nel frattempo non sembrano essersi sollevate grandi polemiche da parte della grande comunità degli sviluppatori di terze parti.