Ricevere una telefonata, rispondere, e trovarsi di fronte alla proposta di passare ad una versione premium dell’applicazione che si è installata sull’iPhone. Ci si chiede ovviamente chi ci sia dall’altro capo della comunicazione e come possa sapere che sull’iPhone si è installata proprio l’applicazione di cui si discute. Ma il meccanismo è ora stato svelato, ed evidenzia la possibilità per cui qualche malintenzionato possa decidere di trasformare una semplice applicazione gratuita per iPhone in una occasione di spam a fini di lucro.
È molto più semplice proporre una applicazione gratuita che non una a pagamento: è più facile raggiungere numeri importanti ed è anche il modo migliore per far sperimentare le qualità dell’applicazione stessa all’utente che ha avviato l’installazione. L’App Store, però, ha una caratteristica (che Apple si rifiuta di definire “bug”): permette agli sviluppatori di ottenere alcuni dati relativi all’utenza che utilizza l’applicazione. Tra questi dati figura anche il numero di telefono, e sarebbero già vari i casi di utenti contattati da sviluppatori abili nel proporre offerte commerciali legate alle applicazioni pubblicate.
«It’s not a bug, it’s a feature»: Apple è chiara nel concetto. Nel momento in cui si installa una applicazione si acconsente alle regole dell’App Store, lasciando così tutta una serie di informazioni agli sviluppatori. Le regole, però, prevedono anche che l’uso di tali informazioni debba essere rigorosamente fedele ai limiti previsti, e le autorizzazioni relative al numero di telefono non sono certo aperte allo spam.
Il caso è emerso in seguito alla segnalazione a Macworld di una applicazione denominata mogoRoad. Vari utenti avrebbero ricevuto chiamate dallo sviluppatore con la proposta di passare ad una versione a pagamento del servizio. La soluzione proposta nell’articolo di Dan Moren è relativamente semplice: la segnalazione degli abusi dovrebbe essere sufficiente ad Apple per avviare una procedura di espulsione dello sviluppatore dall’App Store. Nel frattempo, però, se Apple trovasse un metodo in grado di prevenire gli abusi, riuscirebbe a garantire tanto gli utenti dallo spam, quanto gli sviluppatori dal cadere in tentazione.