Non accennano a placarsi le polemiche su AppGratis, l’applicazione recentemente epurata da Cupertino dal suo App Store. I giornalisti di Business Insider sono entrati in possesso di un misterioso listino prezzi, un leak che dimostrerebbe un mercato di compravendita di visibilità per modificare la posizione in classifica sul negozio di Cupertino. Il condizionale è d’obbligo, perché il documento proviene da fonti anonime e non è detto sia effettivamente attribuibile alla società che gestisce AppGratis. Se così fosse, tuttavia, si inizierebbero a delineare con più precisione i motivi che hanno spinto Apple all’eliminazione del software.
Dalla tabella pubblicata in Rete, una casistica di prezzo in dollari per spingere un’applicazione nei vari store internazionali. Per raggiungere la Top Five nello store statunitense, ad esempio, sarebbero necessari 100.000 dollari. Ma in che modo AppGratis avrebbe potuto influenzare la classifica di App Store, non potendovi intervenire direttamente? A quanto pare, sfruttando al meglio gli spazi di visibilità e le recensioni positive, a cui si ricorre per stimolare un gran numero di utenti al download. In altre parole, gli sviluppatori avrebbero pagato per ottenere giudizi positivi sulle loro applicazioni, spazi in evidenza all’interno di AppGratis e la posizione di migliore software del giorno. Il tutto, così come accennato in apertura, rimane però un fitto mistero: gli stessi responsabili di AppGratis qualche giorno fa hanno affermato sul sito ufficiale di non aver mai sostenuto un business per modificare le liste di download di Cupertino.
Se le accuse di Business Insider dovessero trovar fondamento, potrebbero essere ben più chiare le ragioni che hanno spinto Apple all’esclusione dell’applicazione da App Store. La Mela ha sempre preso molto a cuore la questione del ranking, tanto da debellare in più occasioni sistemi diretti e indiretti che avrebbero potuto sfalsare le classifiche con posizioni non genuine, ovvero non generate dalla libera e incondizionata azione degli utenti. Così come ricorda CultOfMac, «Apple vuole che la classifica di App Store sia un luogo che mostri sinceramente cosa gli utenti stiano scaricando, non cosa una singola società è stata pagata di promuovere». Se così fosse, il business rappresentato dal leak infrangerebbe i regolamenti del negozio di Cupertino e la Mela avrebbe quindi piena e lecita libertà di rimuovere l’applicazione. Come andrà a finire? Si attende un commento, o l’eventuale smentita, da parte di AppGratis.