L’ultimo evento del Moscone Center è stato un piccolo terremoto per Cupertino: le azioni Apple si sono sgonfiate del 7% circa in 48 ore, il forum ufficiale è stato subissato di proteste e le interessanti novità annunciate hanno perso in parte le luci della ribalta. Ad eclissare il nuovo iPod Touch, infatti, è stato l’improvviso, inatteso ed imprevedibile taglio del prezzo dell’iPhone: abbandonato il progetto da 4Gb, quello da 8Gb vede un taglio del 30% in soli 2 mesi, 200 euro di sconto che hanno fatto imbestialire quanti solo poco tempo fa hanno passato la giornata in coda per far proprio il tanto sospirato telefono con la mela.
Steve Jobs entra in tackle e non avrebbe potuto fare altrimenti: la situazione è sfuggita di mano in pochi minuti e il danno d’immagine poteva essere consistente. Il calo del prezzo, infatti, aveva innanzitutto suscitato lo stupore degli investitori: il margine sugli introiti si è improvvisamente assottigliato e le migliori promesse di vendita non sono evidentemente state sufficienti. Ma il problema immediato è relativo non tanto ai clienti futuri, quanto a quelli preesistenti. In molti infatti si sono riversati sul sito Apple a manifestare la propria indignazione e per lanciare un motto di sfiducia: coloro i quali per primi hanno accordato il proprio assenso ad avventurarsi nella impegnativa spesa per l’iPhone (con tanto di contratto biennale con AT&T) sono alla fine dei giochi coloro i quali Apple ha tenuto in minore considerazione. Il gesto di Steve Jobs, dunque, è forte: 100 dollari di buono acquisto e un occhiolino di intesa.
La promessa giunge con una lettera pubblicata sul sito Apple. Il tono di Steve Jobs è a metà tra l’infastidito («sono nel mondo dell’informatica da più di 30 anni e posso attestare il fatto che la strada della tecnologia è accidentata») ed il premuroso («vogliamo fare qualcosa per i nostri valorosi clienti dell’iPhone»): viene ribatito con forza il fatto che la decisione intrapresa è una buona decisione, nel pieno interesse dell’azienda, e che la cosa porterà benefici per tutti. Se gli utenti aspettassero sempre prima di acquistare un prodotto, dice Jobs, non si acquisterebbe mai nulla: il mondo dell’informatica è così, bisogna accontentarsi. Scatta, comunque, il rimborso: un voucher da 100 dollari spendibile presso qualsiasi Apple Store (o presso il negozio online), con maggiori dettagli promessi sul sito ufficiale entro i prossimi giorni.
È del tutto evidente il fatto che il rapporto tra gli utenti Apple e l’azienda sia un legame di maggior valore rispetto a qualsiasi altro gruppo. Gli utenti Apple sono una sorta di asset aggiuntivo, e proteggere tale rapporto è un compito di primaria importanza per Jobs. E lo stesso Jobs lo conferma per Forbes con forza: «i nostri clienti si fidano di noi e dobbiamo meritarci tale fiducia […] stiamo facendo del nostro meglio per rispondere alle alte aspettative che avete da Apple».
Cosa ne pensano gli utenti? Emblematico è il thread più popolato a poche ore dall’annuncio di Jobs. L’utente che introduce il dibattito si sfoga: «100 dollari è meglio di niente… ma non è abbastanza Steve […] Apple: noi siamo il vostro brand. Non i vostri prodotti. Non i vostri commerciali. Non il vostro logo. Senza di noi non avete niente». A breve giro di posta, però, giunge un’opinione di calibro decisamente diverso: «hai pagato per avere un telefono prima di chiunque altro. Apple ti ha offerto 100 dollari di credito e tu stai chiedendo di più?»