La notizia proviene dal ‘The Commercial Times’: il telefono Apple dai più ribattezzato iPhone potrebbe essere definitivamente in rampa di lancio ed i primi passi formali sarebbero già stati compiuti. Il rumor spiega esplicitamente che ci sarebbe un ordinativo ben preciso ed un contratto già firmato, ma ovviamente da Apple non giunge al momento alcun commento sulla vicenda. Il tutto confermerebbe comunque precedenti ipotesi che vedevano nel Gennaio 2007 il momento giusto per l’arrivo del telefono con la mela.
L’appalto per la costruzione materiale del dispositivo sarebbe stato aggiudicato alla taiwanese Hon Hai Precision Industry, “aka” Foxconn (gruppo che già gestisce la costruzione degli iPod). 12 milioni di pezzi costituirebbero il primo pacchetto da immettere sul mercato. Il rumor, pur non trovando conferme, è il primo di un certo genere dopo anni di ipotesi che nel Rokr sembravano aver trovato definitiva sepoltura: il cellulare ideato in collaborazione con Motorola è stato un insuccesso su tutta la linea, un montante più unico che raro in un periodo in cui Apple sembra davvero aver sbagliato poco. Colpo assorbito, Apple sta già preparando il contrattacco.
Forse preparandosi a sua volta ad assorbire il colpo, Microsoft ha annunciato fin da subito che il proprio Zune (da poche ore sul mercato negli Stati Uniti) è nato con il DNA predisposto ad una prossima conversione alla telefonia. Apple potrà tentare il salto nel nuovo ambito facendosi forza sull’appeal del brand, ma non è dato a sapersi in che misura l’iPod sarà parte integrante del progetto (l’iPhone avrà comunque sicuramente funzioni musicali, entrando dunque in utile competizione interna con il player).
Le ipotesi vanno oltre e già gli analisti delineano quelli che potrebbero essere gli introiti del gruppo se l’iPhone dovesse giungere sul mercato. Andy Neff, analista Bear Stearns, già vede un EPS (earnings per share) da 0.70$ per ogni azione e 6 miliardi di dollari di entrate aggiuntive per il gruppo nel 2007. Sulla scia dei rumor la quotazione AAPL rimane alta, poco sopra gli 84 dollari dopo aver sfiorato gli 86 durante l’ultima seduta.