L’Errore 53 costa ad Apple circa 9 milioni di dollari australiani, pari a 6.7 milioni di dollari statunitensi. È questo il valore della multa comminata ad Apple per la schermata di blocco che, qualche anno fa, alcuni utenti si sono ritrovati sui loro iPhone e iPad. A quanto pare, l’errore è stato visualizzato a seguito di falliti controlli di sicurezza del software, dovuti alla presenza di tasti Home e Touch ID sostituiti rispetto agli originali.
La decisione giunge dalla Corte Federale australiana, dopo una causa legale avviata dall’ACCC, l’Australian Competition and Consumer Commission. Così come già noto, qualche anno fa alcuni utenti si sono ritrovati impossibilitati a usare i loro iPhone e iPad, dopo aver sostituito il tasto Home da rivenditori terzi rispetto ad Apple. Il software di Cupertino, non riconoscendo la riparazione come autorizzata, ha quindi mostrato a schermo la scritta “Error 53“, bloccando il device. La problematica è inizialmente apparsa nel 2015 su iPhone 6, per poi proseguire fino alla fine del 2016 ed essere risolta con un aggiornamento software.
Secondo quanto rilevato dalle corti, l’errore sarebbe stato relativo alla presenza non solo di un sensore Touch ID riparato dalle terze parti, ma anche di cavi, schermi o altre componenti non sostituite direttamente da Apple. Secondo quanto emerso dalla causa, in Australia almeno 275 consumatori si sarebbero visti negare la possibilità di sblocco e ripristino dei loro device, prima che lo stesso gruppo di Cupertino decidesse di avviare uno specifico programma per 5.000 clienti affetti dall’Errore 53.
Stando alla legge australiana, tuttavia, i consumatori possono scegliere autonomamente di affidarsi a qualsiasi servizio, anche di terze parti, per riparare i loro device. Apple, in presenza di un iPhone o un iPad riparato da terzi in precedenza, non può quindi rifiutare un intervento per problematiche successive.
Se un prodotto è difettoso, i consumatori hanno il diritto legale di ottenere la riparazione o la sostituzione come prevede l’Australian Consumer Law, a volte possono ricevere anche un rimborso. Apple ha indotto i consumatori a credere che la soluzione per i loro device difettosi non fosse accessibile, poiché precedentemente riparati dalle terze parti. La Corte dichiara che il semplice fatto che iPhone o iPad siano stati riparati da terzi rispetto ad Apple non possa risultare nella cessazione delle garanzie offerte allo stesso consumatore.