Continua la querelle sugli impianti produttivi Apple in Cina, presso il partner produttivo Foxconn. La scorsa settimana Fair Labor Association ha rilasciato i primi dati sulla condizione dei lavoratori cinesi, sottolineando come – pur persistendo dei problemi che richiedono immediata soluzione – la situazione non sia così tragica come espressa sulla stampa. Oggi Apple ha deciso di aprire le porte di Foxconn alle telecamere di ABC.
L’inchiesta televisiva del principale network statunitense andrà in onda solamente domani, ma è già disponibile un’ampia preview in Rete. Nei trenta secondi di girato, si apprende come il servizio si focalizzerà sulla questione dei suicidi, quella di compensi orari e dello sfruttamento, rendendo però chiaro l’impegno di Apple e di FLA nell’eliminare eventuali soprusi.
Si tratta ovviamente di un’indagine da osservare con il giusto sguardo critico, perché il beneplacito di Apple verso ABC sicuramente lascia intendere un servizio che non metterà in cattiva luce la Mela. E, a discolpa di Cupertino stessa, c’è proprio il fatto di essere l’unica azienda tecnologica ad aver ammesso gli studi di FLA, quando altri competitor han deciso semplicemente di chiudere le porte e nascondere quello che accade nei propri impianti.
In accompagnamento al video vi sono anche piccole testimonianze di una giornata media in Foxconn in Cina. Così come la stessa FLA ha sottolineato, i lavoratori non sembrano essere particolarmente schiavizzati, semmai l’ambiente di produzione sembra decisamente noioso, forse preoccupantemente alienante:
«“Okay.” “Okay.” “Okay.”
Le voci sono di robot femminili e non si zittiscono mai, ogni trillo è un annuncio surreale di un altro nuovo iPad pronto per nascere.
“Okay.” “Okay.” “Okay.”
Il pavimento della fabbrica è immacolato sotto la brillante luce fluorescente e il ritmo è ipnotico, centinaia di mani si avvicinano a una cinghia trasportatrice, portando ogni gadget alla vita un pezzo alla volta.
“Okay.” “Okay.”
Un supervisore fornirà ordini occasionali in mandarino, ma su questa linea sono le macchine a parlare di continuo mentre le persone lavorano in silenzio. Le loro facce sono impassibili quando montano un chip o puliscono uno schermo o collegano un cavo di diagnostica, tutto quello che sentono è “Okay”. E ripeteranno quel gesto e sentiranno la voce robotica centinaia di volte prima del pranzo.
È solo una giornata media alla Foxconn.»