Apple è di nuovo sotto il fuoco incrociato dei media e, questa volta, non si tratta della querelle con un concorrente quale Samsung o delle condizioni di salute di Steve Jobs. Cupertino, infatti, è stata accusata di essere direttamente responsabile dell’aumento dell’inquinamento cinese.
La causa di tutto sarebbero le numerose aziende partner di Apple, che proprio in Cina hanno la loro base per la produzione e la fornitura di componentistica quali schermi, case, cavi e circuiti elettronici. Tali società sarebbero poco attente alle norme di sicurezza ambientale in modo da rispondere alle sempre più elevate richieste di Cupertino, così come riporta l’Institute of Public and Environmental Affairs locale in un report di ben 46 pagine.
Secondo lo studio, la gran parte dei partner in oggetto non avrebbe provveduto allo smaltimento sicuro di rifiuti tossici e pericolosi, mentre 27 di questi sarebbero affetti da problemi sia ambientali che sociali che renderebbero la vita dei dipendenti davvero rischiosa.
Steve Dowling, un portavoce di Apple, ha voluto controbattere alla ricerca cinese sottolineando l’impegno green della Mela che, dai tempi delle accuse di GreenPeace, si sarebbe lanciata con consapevolezza nel rispetto dell’ambiente:
“Apple è impegnata nel raggiungere i più alti standard di responsabilità sociale nelle sue catene di fornitura. Chiediamo che i nostri fornitori provvedano a condizioni di lavoro sicure, alla dignità e al rispetto dei lavoratori e che siano ambientalmente responsabili nei processi di produzione con cui i prodotti Apple vengono realizzati”.
Ma, nonostante queste parole rassicuranti, non è la prima volta che dalla Cina provengono notizie funeste dai collaboratori di Cupertino. In particolare, negli scorsi mesi le fabbriche di Foxconn sono state al centro di un ciclone sui media, dopo che alcuni dipendenti si sono suicidati per condizioni lavorative insostenibili. Come se non bastasse, la scorsa primavera un incendio ha avuto effetti decisamente preoccupanti sulla salute dei lavoratori, con bei 137 operai intossicati. Sebbene Apple non sia direttamente in carico della tutela del personale di aziende terze, sarebbe auspicabile un polso più saldo per fronteggiare simili soprusi, arrivando anche a interrompere eventuali rapporti di partneship qualora i principali diritti umani, e i doveri ambientali, venissero infranti. Allo stesso tempo, Cupertino dovrebbe intervenire sui ritmi di produzione, aumentati senza misura con l’esplosione del mercato dei device iOS.