Tempo di shopping a Cupertino. A distanza di poche ore dalla notizia dell’acquisizione del chipmaker Intrinsity, si vocifera che Apple abbia portato a casa un altro acquisto, Siri, una società specializzata nell’assistenza mobile creata da “veterani delle telecomunicazioni, della telefonia cellulare, dell’intelligenza artificiale, e delle tecnologie semantiche”. D’improvviso, le distanze tra Google e la Mela si fanno siderali.
Ogni volta che interroghiamo un’applicazione su iPhone per scovare un ristorante, un bancomat o una farmacia, stiamo di fatto avvalendoci di un servizio di assistenza mobile, e il core business di Siri è esattamente questo:
Sei occupato. Tra incontri, eventi, e magari uno o due capatine in palestra, la tua giornata è strapiena. Non ti piacerebbe poter lasciar perdere l’organizzazione delle cose più semplici e concentrarti sul tempo libero? Ecco perché abbiamo costruito Siri. Crediamo che ognuno dovrebbe avere un assistente. Crediamo che c’è sempre un modo più semplice per fare le cose. Esattamente come un assistente reale, Siri capisce dove vi trovate, porta a termine le vostre richieste e si adatta alle vostre necessità nel tempo.
In ultima istanza, quindi, Siri Assistant è un vero e proprio assistente personale virtuale, in grado di lanciare ricerche in maniera evoluta, anche solo tramite comandi vocali del tipo “prenota un tavolo nel ristorante giapponese più vicino e mostrami la mappa per arrivarci”.
È chiaro che una mossa del genere va inquadrata in un contesto più ampio: la tecnologia di mappatura PlaceBase, l’acquisizione di Intrinsity e quella di Quattro Wireless, cui ha fatto seguito il nuovo servizio iAd. Sono solo arsenali chiamati a raccolta per la grande guerra con Google, che si terrà sui campi dell’innovazione, della telefonia mobile ma soprattutto dei servizi, pubblicità compresa.
Certo, è difficile dire quando questa acquisizione porterà i suoi frutti più maturi. Forse, ci vorrà un iPhone OS 5.0 con nuove API derivate dalle tecnologie di Siri, o forse nascerà una nuova applicazione che vedremo installata nativamente su tutti i dispositivi Apple. Una cosa è certa, Google non starà a guardare.