L’acquisizione di Beats da parte di Apple non avrebbe nulla a che fare con l’hardware e il software dell’azienda statunitense tanto di moda fra i giovani, né tantomeno con gli artisti legati al marchio. Secondo un report rivelato da TechCrunch, la Mela avrebbe scelto questo partner per una “strategia culturale”: rendere Cupertino sempre più affine ai trend dell’intrattenimento.
Per comprendere gli obiettivi di Apple, è necessario passare velocemente al setaccio le recenti mosse del gruppo. Oltre a dotarsi degli ingegneri biomedicali più quotati sul mercato, forse per un futuro iWatch, la Mela ultimamente si è lasciata ammaliare da personalità strettamente legate con gli universi dell’arte e della moda. Ne è dimostrazione il neonato amore con Angela Ahrendts, ex CEO di Burberry, il contratto siglato con Ben Shaffer di Nike o ovviamente l’assunzione di Paul Deneve di Yves St. Laurent. Non si tratta di semplici personaggi di spicco del mondo del business, ma di dirigenti particolarmente consapevoli dei trend dei consumatori, del gusto per l’estetica, di ciò che culturalmente conta sul mercato. E in questo senso si inserirebbero anche Jimmy Iovine e Dr. Dre di Beats, due ottimi interpreti delle esigenze di massa dei più giovani. Così spiega il report:
«Apple non sta comprando Beats per la tecnologia, Apple sta comprando Beats per il talento.»
La Mela sarebbe poco interessata alle cuffie e ai diffusori prodotti dal marchio di culto e, allo stesso modo, non avrebbe manifestato chissà quale interesse per Beats Music, la nota piattaforma di streaming musicale. Cupertino vuole Iovine e Dr. Dre nelle proprie fila e, qualora questo comporti l’acquisizione dell’intera Beats, è pronta a prendersi la responsabilità dell’intero pacchetto.
Le indiscrezioni emerse freneticamente negli ultimi giorni, inoltre, sembrano non aver fatto debitamente i conti con il business del gruppo californiano. Per quanto iTunes Radio e i servizi di streaming possano essere importanti per Apple pur di rimare competitivi sul mercato, la Mela non può permettersi di sviluppare l’ascolto gratuito a discapito della digital delivery. La società ottiene grandi guadagni dalla vendita su iTunes Store – il 30% di ogni canzone venduta – lo streaming rischia di minacciare una cifra pari a 1 miliardo di dollari di introiti l’anno. Nelle intenzioni del gruppo, allora, non la volontà di far diventare iTunes Radio il nuovo Beats Music, bensì il desiderio di unificare l’esperienza di download con quella dello streaming cloud, affinché i due mondi si sostengano a vicenda. E, per farlo, ha bisogno di dirigenti ben consapevoli delle tendenze di consumo, dei gusti musicali, delle modalità di fruizione dei consumatori, qualità che di certo Iovine e Dr. Dre saranno in grado di dimostrare.