Apple alza la posta in palio. Dopo una prima denuncia contro HTC, seguita dalla controdenuncia tipica di vicende giudiziarie di questo tipo, i legali di Cupertino hanno depositato ulteriore denuncia con la quale il gruppo intende ribadire la propria precedenza tecnologica. In palio non vi sono soltanto un paio di brevetti, ovviamente, ma il controllo stesso del mercato. HTC, infatti, è per Apple sinonimo di Android.
La prima denuncia è dello scorso Marzo: a distanza di pochi giorni dall’inizio della guerriglia tra Apple e Nokia, Apple ha contestato alla HTC la violazione di ben 20 brevetti. A suo tempo scese in campo direttamente Steve Jobs: «possiamo sederci e guardare i nostri rivali rubare le nostre invenzioni brevettate, oppure possiamo fare qualcosa per reagire. Abbiamo deciso di fare qualcosa». Seguì la controdenuncia HTC: «HTC crede che l’industria debba essere guidata da una sana competizione ed innovazione che offrano ai consumatori la migliore e la più accessibile esperienza mobile possibile» con tanto di carte bollate per 5 brevetti che si considerano violati da Cupertino.
Il terzo capitolo della saga porta nuovamente la firma Apple con una richiesta di verifica per 4 brevetti depositata presso la Corte Distrettuale del Delaware. Tra i brevetti indicati nella denuncia figura peraltro una tecnologia ben conosciuta: lo “slide to unlock“, ossia il meccanismo che riconosce lo scorrimento del dito sullo schermo per sbloccare il touchscreen e permettere l’accesso all’interfaccia. Altri brevetti sono invece relativi alla gestione dello schermo ed all’ottimizzazione dei consumi nel dispositivo.
Denuncia e controdenuncia fanno parte del gioco poichè spesso le controversie vengono risolte riducendo la questione ai minimi termini e mettendo in ballo la differenza di brevetti riconosciuti violati dalla Corte. Entrambe le parti stanno giocando quindi nei rispettivi ruoli a questo batti e ribatti di denunce sul quale ora dovrà esprimersi la Corte chiamata in causa.