Apple potrebbe lanciare un servizio hardware in abbonamento, una sorta di evoluzione del classico noleggio. È quanto sostiene un analista dalle pagine del Wall Street Journal, ipotizzando la soluzione che il gruppo di Cupertino potrebbe mettere in campo per rendere più omogeneo l’universo dei dispositivi con quello dei servizi. Al momento, però, dalle parti della California non giunge alcuna indicazione in merito.
Il futuro di Apple potrebbe vedere una forte convergenza tra device e servizi, con una sottoscrizione che permetta di approfittare delle principali piattaforme del gruppo, quali iCloud e Apple Music, comprensive di un apposito dispositivo. Si potrà quindi cambiare iPhone e iPad ogni anno o, ancora, un Mac ogni tre. Non un noleggio in senso stretto, ma un vero e proprio “hardware as a service”, un universo dove le componenti fisiche diventano funzionali al servizio stesso e non viceversa.
L’interessante prospettiva giunge da Horace Dediu, analista solitamente molto affidabile sul conto della mela morsicata, in merito alla sempre più differenza tra mercato hardware e quello dei servizi. Mentre il primo è tipicamente stagionale, con un picco a partire da settembre fino alla fine di gennaio, il secondo cresce costantemente. Questo perché l’utente non ha bisogno di sostituire un dispositivo con troppa frequenza, mentre le sottoscrizioni software o sulla nuvola richiedono un investimento continuo.
Apple offre già un programma d’upgrade, dove gli utenti possono pagare completamente un iPhone dopo 24 mesi o sostituirlo con un nuovo modello dopo un anno. Si immagini un servizio dove sia possibile abbonarsi per ricevere sempre i più recenti iPhone, Apple Watch, AirPods e molti altri.
Il gruppo di Cupertino potrebbe approfittare di questo modello, e trarne vantaggio rispetto ai competitor, grazie anche all’integrazione proprio tra hardware e software. Per un utente di AirPods, o dell’imminente HomePod, potrebbe essere infatti più appetibile scegliere Apple Music rispetto ad altri servizi di streaming musicale, perciò un sistema di upgrade annuale sia per i dispositivi che per l’ascolto di brani potrebbe risultare altamente appetibile. Non resta che attendere qualche tempo, di conseguenza, per scoprire se questa ipotesi abbia le carte in regola per trasformarsi in realtà.