Attraverso un memo giunto tra le mani della stampa, Apple ha avvertito i propri dipendenti invitandoli a smetterla di divulgare informazioni interne sui piani aziendali futuri e sui dispositivi in lavorazione, sollevando lo spettro di potenziali azioni legali e accuse penali per chi sarà complice di leak.
Realizzare milioni di dispositivi come iPhone per un lancio in tutto il globo senza che vi sia alcuna fuga di dati da parte di qualcuno, come un fornitore, è quasi impossibile ma spesso a rivelare informazioni alla stampa sono i dipendenti Apple che, si legge nel memo, «spesso sono presi di mira dalla stampa, da analisti e da blogger che chiedono loro l’amicizia sui social network e cominciano a scavare per trovare informazioni». Anche se essere approcciati può sembrare lusinghiero è importante ricordare che si stanno prendendo gioco di voi». E mentre uno scoop su un prodotto Apple inedito può generare una popolarità enorme per quel sito e avvantaggiare finanziariamente il blogger o il reporter che è riuscito a ottenerlo, il dipendente Apple «ha tutto da perdere».
Nella nota, il gigante californiano spiega di aver scoperto e licenziato lo scorso mese un dipendente responsabile della fuga dei dettagli di una riunione interna riservata alla roadmap dei software Apple. « Il dipendente che ha divulgato la riunione a un giornalista ha detto agli investigatori Apple di averlo fatto perché pensava che non sarebbe stato scoperto. Ma le persone che fanno trapelare notizie, siano esse dipendenti, appaltatori o fornitori Apple, vengono catturate e vengono catturate più velocemente che mai», scrive la mela. Il problema nasce dal fatto che l’impatto di un leak va ben oltre le persone che lavorano a un progetto: è sentito in tutta l’azienda, può avere un impatto negativo sulle vendite del modello attuale, può dare alle aziende rivali il tempo necessario per preparare in anticipo una risposta competitiva, e anche portare a un minor numero di vendite del prodotto oggetto del leak, una volta giunto sul mercato.
Nel 2017, grazie alla divisione Global Security di Cupertino, Apple ha trovato 29 leaker, 12 dei quali non solo sono stati licenziati ma anche arrestati. In alcuni casi, si trovano dunque in prigione e a dover pagare multe salate per intrusione e furto di segreti commerciali, classificati negli Stati Uniti come reati federali. Tra questi c’erano impiegati, appaltatori e alcuni partner Apple della catena di fornitura. Queste persone, sottolinea l’azienda, non solo perdono il lavoro ma possono affrontare estreme difficoltà nel trovare altrove una nuova occupazione.
Tutti vengono ad Apple per fare il miglior lavoro della loro vita, lavoro che conta e contribuisce a quello che stanno facendo insieme a tutte le 135.000 persone in questa compagnia. Il modo migliore per onorare questi contributi è non far trapelare informazioni.