Apple batte Samsung in tribunale, ma la battaglia potrebbe essere ancora lontana dal trovare un’effettiva conclusione. Dopo le decisioni della corte USA capitanata dal giudice Koh, con la sostanziale conferma della violazione di numerosi brevetti Apple per conto di Samsung e il salvataggio del design del Galaxy Tab, il mondo dell’informatica è andato letteralmente in subbuglio: quale sarà il prossimo tassello di questo intricato puzzle? E la risposta proviene nientemeno che dalla Mela, intenzionata a bloccare la vendita in USA dei dispositivi oggetto della sentenza di qualche giorno fa.
Evidentemente dalle parti di Cupertino sono poco interessati agli 1,05 miliardi di dollari che Samsung è tenuta a versare per le proprie violazioni, sanzione questa comminata dalla corte come calcolo complessivo delle singole infrazioni. Apple vuole di più e lo dimostra la presentazione di un’ingiunzione preliminare dove si richiede lo stop alla vendita di alcuni dispositivi, come il Samsung Galaxy S II, con la motivazione di prevenire un “danno irreparabile” qualora rimanessero disponibili sugli scaffali dei negozi.
Non è ancora dato sapere se l’intenzione di Apple darà vita a un nuovo processo, perché i giudici vogliono prima vagliare la fattibilità della causa. Per questo motivo, sempre il giudice Koh ha imposto ad Apple di avanzare le proprie richieste dettagliate entro il 29 agosto, concedendo due settimane a Samsung per l’eventuale contro-risposta. Il legale rappresentante di Samsung, Kevin Johnson, ha però lamentato tempistiche troppo ristrette per elaborare una corretta difesa per la nuova ingiunzione, così il giudice ha stabilito un tetto massimo alla documentazione che entrambe le aziende potranno presentare.
Nell’attesa di sapere se Apple riuscirà a far magicamente scomparire dal mercato i device dell’agguerrito competitor, sul Web è già montata la polemica per il sistema di brevetti americano, che apparirebbe troppo penalizzante per l’innovazione tecnologica. Per la Mela si tratta semplicemente di “evitare un furto”, per Samsung invece il tutto è un “danno ai consumatori statunitensi”.