Il tribunale sudcoreano di Seul si è schierato in favore di Apple, stabilendo che la compagnia di Cupertino non ha effettivamente violato alcuni brevetti di Samsung, la sua maggior rivale in ambito smartphone. È questo un duro colpo per il produttore sudcoreano dei Galaxy.
Anche se non è di alto profilo come una querelle statunitense – il più grosso mercato degli smartphone al globo – la sentenza appena emessa in Corea del Sud è di grande importanza poiché mette in evidenza le sfide che la società deve affrontare nella costruzione dei casi sulle proprietà intellettuali che coprono il design e le feature per i cellulari intelligenti. Era stata Samsung a citare in causa Apple, chiedendo alla corte di bloccare la vendita di alcuni modelli di iPhone e iPad in Corea del Sud.
Secondo Samsung, alcuni dei prodotti mobile con la mela morsicata avevano violato tre dei suoi brevetti, relativi alla tecnologia di messaggistica integrata. Nello specifico i prodotti sotto inchiesta erano iPhone 4S e iPhone 5.
La corte distrettuale di Seoul ha però respinto tutte le richieste della casa sudcoreana, tra cui vi era la pretesa che Apple pagasse 100.000.000 di won (circa 95,092 dollari al cambio attuale) per coprire i danni derivanti dall’uso indebito delle sue proprietà intellettuali. Secondo la giuria, i brevetti citati da Samsung non sono validi poiché quelle tecnologie possono essere facilmente sviluppate usando progetti già esistenti.
«Siamo delusi dalla decisione della corte», ha dichiarato Samsung in un comunicato diffuso per l’occasione. «Continueremo ad adottare le misure necessarie per proteggere i nostri diritti sulle proprietà intellettuali». Apple si dichiara invece soddisfatta per il risultato conseguito: «siamo contenti che la corte coreana si sia unita a tutte le altre in tutto il globo per tutelare la vera innovazione e per rigettare le ridicole accuse di Samsung». L’azienda produttrice dei Galaxy ha comunque spiegato di voler esaminare con attenzione la sentenza prima di decidere se ricorrere in appello o meno.