Apple da qualche giorno è impegnata in fitti incontri con le case discografiche, decisa ad abbassare i costi in royalties per lo streaming. Un fatto già annunciato da una precedente notizia, ora però con una strategia ben più delineata: ridurre gli abbonamenti di Beats Music a 5 dollari mensili per battere la concorrenza di Spotify.
Così come ormai noto, Cupertino ha intenzione di rivoluzionare Beats Music entro i primi mesi del 2015, per integrarlo nei prodotti a marchio mela e dominare l’ambito dello streaming. Un obiettivo tutt’altro che raggiunto con l’attuale iTunes Radio: oltre a essere disponibile in pochissime nazioni, l’ascolto musicale in salsa Apple non prevede la scelta di propri brani musicali, così come avviene invece per il rivale Spotify. E proprio Spotify sarebbe, almeno come da indiscrezioni di Re/Code, il nemico da abbattere.
Nel giorno dell’annuncio di nuovi piani dedicati per la famiglia dal colosso dello streaming musicale, si delineano le armi di questa guerra in quel di Cupertino. L’obiettivo è quello di ridurre i costi di abbonamento premium a 60 dollari l’anno, circa 5 dollari al mese, per incentivare sempre più utenti alla sottoscrizione. Così facendo, Apple proporrebbe un servizio dai costi dimezzati rispetto ai circa 10 dollari di Spotify Premium, nella speranza di strappare una fetta ingente d’utenza e allargare il proprio market share.
Le negoziazioni con i detentori dei diritti, tuttavia, non sarebbero prive d’ostacoli. Le case discografiche non vorrebbero erodere ulteriormente i ridotti ricavi provenienti dallo streaming, una tecnologia al momento non vista di buon occhio poiché a ogni brano ascoltato corrisponderebbero delle cifre davvero irrisorie. Eppure, sebbene il prezzo target di 5 dollari al mese appaia quasi un miraggio, vi sono margini d’azione affinché Apple raggiunga concretamente i 7: quanto basta per proporsi come un’alternativa più economica rispetto alle altre proposte di mercato. Come andrà a finire è ancora presto per affermarlo, ma chissà che le indiscrezioni non portino proprio Spotify a giocare d’anticipo.