Tra le novità non citate da Steve Jobs durante il keynote di presentazione di iOS 4.3 ve n’è una che Apple ha recentemente annunciato e che farà tirare un sospiro di sollievo a tutti coloro i quali temono di veder prosciugato il proprio conto in banca a seguito di incauti acquisti all’interno delle applicazioni mobile. Con iOS 4.3 sarà infatti necessario inserire nuovamente la password del proprio account iTunes per poter effettuare acquisti in-app.
Un problema molto diffuso negli ultimi tempi riguardava infatti incauti utenti della Mela (in particolare bambini e adolescenti) che ignari delle conseguenze delle proprie azioni hanno acquistato numerosi contenuti aggiuntivi tramite la funzionalità per i cosiddetti in-app purchase. Dopo aver scaricato un’applicazione dall’App Store, infatti, v’è un periodo di 15 minuti entro il quale non viene richiesta alcuna password per eseguire altri download o acquisti: proprio in quei 15 minuti molti utenti hanno bruciato centinaia di dollari, spesso ad insaputa degli intestatari della carta di credito utilizzata.
Quanto proposto da Apple vuole essere così un modo per vanificare i tentativi da parte di diversi sviluppatori di aumentare gli introiti derivanti dalle app offrendo contenuti aggiuntivi in maniera in molti casi poco chiara. Sono diverse infatti le applicazioni per bambini che invitano i più piccoli ad aggiungere nuove funzioni o nuovi oggetti al gioco, senza però specificare in maniera precisa la necessità di un esborso economico. Se fino ad ora era sufficiente il download dell’applicazione per poter avere via libera per 15 minuti, aggiornando ad iOS 4.3 tale possibilità viene definitivamente rimossa.
Sebbene molti utenti gradiscano l’opportunità di poter effettuare acquisti in maniera veloce senza dover immettere sempre la propria password, l’introduzione di tale sistema di blocco rappresenta una vittoria importante per i consumatori, che potranno così tutelarsi nel più semplice dei modi. Le segnalazioni giunte dagli utenti di tutto il mondo negli ultimi mesi sono cresciute in numero giorno dopo giorno, spingendo la società di Cupertino a trovare una soluzione di compromesso in grado di arrestare tale fenomeno che, oltre a provocare un danno economico agli utenti, rischiava di mettere in cattiva luce lo store di applicazioni del gruppo.