Tra le novità più importanti presenti nelle ultime tornate di aggiornamenti dei prodotti Mac, sia in ambito desktop che laptop, un posto in prima fila spetta di diritto a Thunderbolt. La tecnologia sviluppata da Apple in collaborazione con Intel permette infatti di raggiungere velocità senza precedenti nella trasmissione dati da e verso periferiche esterne, con la possibilità di collegare più device allo stesso Mac. Tale velocità ha però un costo, quantificato da Apple in 49 dollari per cavo.
Per utilizzare la porta Thunderbolt con i primi device che presto faranno il proprio debutto sul mercato, dunque, risulta necessario acquistare dallo store del gruppo di Cupertino uno specifico cavetto di collegamento: lungo 2 metri, non risulta essere al momento prodotto da alcun altro fornitore (con ogni probabilità a causa della licenza che Intel ha concesso alla società guidata da Steve Jobs, che potrà vantarne l’esclusiva ancora per diversi mesi). Il successo di Thunderbolt è però fortemente legato alla spesa complessiva da sostenere per sfruttarne le potenzialità: una spesa apparentemente eccessiva per un semplice cavetto, ma che trova la sua giustificazione in un’analisi tecnica delle componenti utilizzate.
Rispetto ai tradizionali cavi per il collegamento di periferiche esterne, basate sull’utilizzo di soluzioni passive, infatti, gli ingegneri Apple hanno preferito adottare una soluzione attiva: ciò si traduce nella presenza di due chip alle estremità del cavetto, il cui compito è quello di giostrare le operazioni di trasferimento in ingresso ed in uscita. Tali chip, realizzati da Gennum, risultano essere indispensabili per far sì che la comunicazione avvenga senza perdite di informazioni a causa dell’elevata velocità (10 Gbps) che Thunderbolt è in grado di garantire.
Sebbene basata sulla MiniDisplay Port, dunque, la tecnologia Thunderbolt è legata a doppio filo all’utilizzo di uno specifico connettore per far sì che le rispettive potenzialità possano tradursi in effetti pratici. E se l’esborso di una simile cifra in contesti professionali non risulta essere un particolare problema se controbilanciata da un aumento delle prestazioni di tale portata, in contesti domestici Thunderbolt non sembra partire con il piede giusto: il suo esordio nel mondo Mac ricorda molto da vicino quello con cui lo standard FireWire ha fatto il proprio debutto nell’ecosistema di Cupertino, senza mai conquistare gli utenti a causa dell’ascesa della versione 2.0 di USB. La storia potrebbe dunque ripetersi, con USB 3.0 pronto a sfidare da vicino la nuova tecnologia firmata dalla Mela.