Apple è alla ricerca di un sostituto per l’attuale CEO Tim Cook? È quanto riporta Forbes da alcune indiscrezioni provenienti da Wall Street, giudicate però non pienamente attendibili dalla testata stessa. Voci di corridoio vedrebbero la società pronta a rimpiazzare il suo leader, ma la possibilità che questo accada sono decisamente remote.
Non ci sono evidenze che lascerebbero intendere un’insoddisfazione del direttivo Apple nei confronti di Tim Cook, eppure il calo in borsa dell’ultimo periodo ha lasciato aperta la possibilità di speculazioni giornalistiche infinite. Secondo Forbes, in quel di Wall Street starebbe montando il sentore di un cambio in corsa, sostituzione dovuta alla vera e propria emorragia del prezzo delle singole azioni, calato in circa nove mesi dai 950 ai 350 dollari.
Eppure l’operato di Tim Cook è sempre stato positivamente giudicato da Wall Street stessa, tanto che – nonostante la caduta – Apple al momento non costituisce un titolo di grande preoccupazione per gli analisti e i trader. D’altronde, Cook ha saputo portare nelle tasche dell’azienda una liquidità di 137 miliardi di dollari, una cifra che nemmeno il governo statunitense è in grado di eguagliare. E anche il percorso, inseritosi perfettamente nell’eredita di Steve Jobs, trova gradimento da più fonti.
Il problema sembrerebbe essere connesso con l’immobilità in cui Apple è impantanata da almeno sei mesi. Non vi è stato il lancio di alcun prodotto – iPhone e iPad, inoltre, continuano a rallentare la corsa verso una nuova versione – e l’azienda ha perso diversi miliardi di dollari a causa del crollo del prezzo per azione. Eppure S&P continua a raccomandarne l’acquisto, ipotizzando che la Mela sia priva di ostacoli almeno fino al 2015:
«Ci aspettiamo che la crescita di Apple superi quella di molti altri colleghi. Vediamo negli stock un valore interessante. E crediamo che iPhone e iPad continueranno a crescere in salute fino al 2015, nonostante le sfide macroeconomiche e competitive.»
Si tratterebbe, in definitiva, di un’indiscrezione giornalista che pare avere poco fondamento a livello reale. I risultati ottenuti da Cook non paiono essere messi in discussione dalla dirigenza, probabilmente qualche analista si è risentito per la mancanza di nuovi device per un periodo di tempo così lungo. Quanto basta, insomma, per dare facile avvio al pettegolezzo economico. Ma se le fonti dovessero invece aver ragione, chi sarebbe il sostituto più probabile per il ruolo di CEO? Si assisterà a un nuova scalata al successo di Jony Ive? Si premieranno dirigenti di lungo corso come Bob Mansfield? Ai posteri l’ardua sentenza.