Dopo ben 28 anni d’assenza, Apple ha preso ufficialmente parte al CES 2020 per parlare di privacy. La società di Cupertino ha infatti partecipato a una tavola rotonda sul tema della riservatezza e dei rischi connessi alle nuove tecnologie, così come annunciato qualche settimana fa, in compagnia di Facebook, Procter&Gable e della FTC.
Così come già annunciato, la partecipazione di Apple al CES 2020 – seppur non per la presentazione di un prodotto – è stata confermata qualche settimana fa. La notizia aveva sollevato un certo stupore tra gli appassionati del marchio californiano, considerato come l’azienda dal 1992 abbia deciso di ignorare l’evento di Las Vegas. Lo scorso anno, tuttavia, il gruppo aveva fatto installare dei grandi manifesti proprio in prossimità dell’esposizione, per parlare proprio di privacy.
Alla “Chief Privacy Officer Roundtable” del CES 2020 hanno preso parte Erin Egan di Facebook, Jane Horvath di Apple, Susan Shook di Procter&Gable e Rebecca Slaughter della Federal Trade Commission. Per quanto riguarda la mela morsicata, Horvath ha evidenziato come Apple abbia optato per una privacy policy molto rigida, affinché possa proteggere il più possibile i dati personali degli utenti. L’obiettivo del gruppo, infatti, è quello di “mettere l’utente al posto di guida”, affinché possano avere il pieno controllo dei loro dati.
Per ogni nuovo prodotto, addirittura nelle iniziati fasi di design, abbiamo un ingegnere esperto in privacy e un legale che lavorano con il team. Tim Cook è estremamente impegnato nella protezione della privacy e questo si riflette su tutta l’azienda.
Poiché l’universo tecnologico è in costante evoluzione, Horvath ha sottolineato come per Apple vi sia spazio per fare sempre meglio:
Non credo che potremo mai dire di fare abbastanza. Dovremmo sempre far meglio. Le cose stanno cambiando, non c’è modo di dire che, in questo momento temporale, abbiamo scoperto una panacea.
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Durante la tavola rotonda, la rappresentante di Apple non ha voluto parlare degli altri competitor, sebbene in passato Tim Cook abbia espresso perplessità sul modello adottato dai social network, come Facebook. Nel mentre, proprio la rappresentante della piattaforma di Mark Zuckerberg ha affermato:
Abbiamo un diverso modello di business da Apple, ma ci impegniamo seriamente per la protezione della privacy. È un servizio diverso quello che offriamo, ma questo non significa che una realtà sia più impegnata nella privacy rispetto all’altra.