Sono passati circa 6 anni da quando nel 2005 Apple venne accusata di aver violato alcune leggi in materia di antitrust e concorrenza sleale a seguito di alcune decisioni del gruppo volte a limitare le scelte degli utenti per quanto riguarda l’acquisto di musica su iPod. Da allora non è giunto ancora alcun verdetto che stabilisca le reali colpe della società di Cupertino, che nel frattempo ha nuovamente chiesto ad un giudice della Corte Federale l’archiviazione del caso.
Tramite il proprio ufficio legale, infatti, Apple ha voluto sottolineare come la scelta di bloccare ogni altro store musicale all’infuori di iTunes sia stata dettata esclusivamente dalla volontà di garantire ai propri utenti un servizio migliore: Robert Mittelstaedt, portavoce e legale della Mela, ha ribadito come il trasferimento di musica da canali non ufficiali possa causare problemi o guasti ai dispositivi prodotti dalla società, in particolare agli iPod.
Né i giudici, né gli avvocati di Cupertino, hanno dimostrato scientificamente tale tesi, che rappresenterebbe così la giustificazione al blocco imposto nei confronti di RealNetworks, il quale nel 2004 aveva fornito agli utenti uno strumento in grado di effettuare il download di brani musicali dal proprio store e di trasferirli direttamente sugli iPod. A distanza di pochi giorni, dai laboratori Apple venne sfornato un aggiornamento del firmware destinato proprio a tali device, con il quale il gruppo ha bloccato il workaround sfruttato da RealNetworks tagliando fuori il music store rivale.
La richiesta in questione non è la prima della storia di Apple, che già in passato ha sperato in un’archiviazione del caso sulla base di diverse giustificazioni, ricevendo ogni volta picche. Una decisione da parte del giudice è attesa ora per il prossimo mese di maggio.