Apple ha acquisito la piccola Chomp, start-up di successo che ha dimostrato tutto il proprio valore agendo in simbiosi con l’App Store di Cupertino. Il gruppo di Tim Cook ha evidentemente ravvisato la qualità del servizio e del team di lavoro ed ha deciso pertanto di rilevare la piena proprietà (azione che raramente il gruppo ha compiuto, preferendo storicamente sviluppare in proprio le tecnologie in uso invece di acquistare esperienza e prodotti esterni).
L’App Store è un progetto di indiscusso successo, ormai vicino ai 25 miliardi di download ed oggi uno dei motori principali dei bilanci dell’azienda fondata da Steve Jobs. Tuttavia proprio l’immensità del marketplace lascia trapelare un primo importante problema: la quantità. Nel marasma delle applicazioni che emergono ogni singolo giorno e nella ridondanza delle proporste, infatti, si rischia di perdere il filo di cosa c’è e di cosa conviene scegliere. Chomp è pertanto l’elemento che si inserisce perfettamente in questo casellario, portando in Apple una funzione di catalogazione, analisi e ricerca di cui il gruppo di Cupertino ha oggi sicura necessità. Una sorta di guida all’interno del marketplace, insomma: un motore di ricerca vero e proprio che possa consentire di accedere con semplicità alle app di cui si esprime necessità.
Apple non ha diramato alcun dettaglio sull’operazione, limitandosi a conferme ufficiose: secondo quanto emerso l’esborso totale sarebbe pari a circa 50 milioni di dollari, premiando così i capitali fin qui raccolti (2,5 milioni circa da Ron Conway, Aydin Senkut, David Lee, Auren Hoffman, Brian Pokorny e BlueRun Ventures) da un team giunto a comprendere circa 20 persone (tutte destinate d’ora in poi ad operare sotto il controllo di Cupertino). Chomp è peraltro un motore di ricerca ubiquo, poiché consente di effettuare ricerche anche sul marketplace di Android: quest’ultima funzione potrebbe presto essere depennata, concentrando così tutte le risorse sul solo App Store della mela nelle due segmentazioni per iPhone e per iPad.