Si ridimensiona la polemica che, almeno nelle ultime ore, ha visto contrapposti il governo cinese ed Apple. A quanto pare, le amministrazione locali non avrebbero deciso di vietare a livello governativo l’utilizzo di prodotti – sia Mac che iDevice – a marchio mela morsicata. Si tratterebbe, invece, di un intoppo dovuto a un’autorizzazione energetica mancante.
La notizia è stata diffusa ieri dalla testata Bloomberg: le autorità della Cina avrebbero deciso di vietare la vendita dei dispositivi Apple, rimossi dalla lista approvata dal governo poiché considerati poco sicuri. Similmente alle vicende russe di qualche giorno fa, si è riferita la richiesta dei centri decisionali asiatici di avere pieno accesso a server e codici sorgente di Apple, fatto che l’azienda avrebbe prontamente rifiutato. In realtà, la questione sarebbe decisamente differente.
Stando a quanto emerso sulla stampa internazionale nelle ultime ore, Apple non si sarebbe imbattuta in alcun divieto, bensì sarebbe finita in una lista di verifica per la consegna di alcuni necessari documenti. Così come conferma Reuters, sulla base di dichiarazioni del mistero della finanza locale, mancherebbe all’appello un documento sul risparmio energetico dei prodotti.
«Sebbene Apple sia certificata per prodotti a risparmio energetico, non ha mai fornito il necessario materiale di verifica previsto dalle normative».
Non vi sarebbero quindi problemi di sicurezza, né singolari pretese per accedere ai server e al codice sorgente di Cupertino. Inoltre, così come i rappresentanti locali confermano, le agenzie governative cinesi hanno comunque autorizzato la compravendita di prodotti Apple anche in assenza della corretta documentazione sul risparmio energetico, poiché questa mancanza non ne limita gli usi. La confusione di questi giorni pare essere stata generata dal sito della distribuzione centrale del governo che, per qualche ora, non ha permesso di visionare e comprare Mac e iDevice. Stando a quanto confermato da alcuni fornitori locali a Reuters, si sarebbe trattato di un semplice blocco momentaneo, dovuto a un blando aggiornamento dei prezzi.