È giunto nel corso del mese di ottobre dello scorso anno come una delle più importanti feature presenti nel nuovo iPhone 4S. Non tutti gli utenti, però, hanno accolto nel migliore dei modi il suo arrivo: trattasi dell’assistente vocale Siri introdotto da Apple nell’ultimo modello del proprio smartphone per consentire l’utilizzo di funzionalità vocali. Quest’ultimo è infatti al centro di un ciclone legale che è partito da un utente scontento del funzionamento di Siri, il quale ha depositato presso un tribunale del Distretto Nord della Carolina una class-action contro l’azienda di Cupertino.
Secondo Frank Fazio, l’utente in questione e rappresentato dall’avvocato Robbins Gellers, la colpa di Apple sarebbe quella di aver sponsorizzato un prodotto che in realtà non risponde alle aspettative dei potenziali clienti, trasformando l’iPhone 4S in un iPhone 4 più costoso. «In molti spot pubblicitari di Apple, gli utenti utilizzano Siri per segnare appuntamenti, cercare ristoranti, ed anche imparare ad utilizzare la chitarra oppure ad accordare la chitarra» ha dichiarato Gellers. «Nelle pubblicità, tutte queste attività sono svolte con facilità con l’assistente vocale Siri presente nell’iPhone 4S, il che non rappresenta le attuali performance di Siri».
Il nodo principale della questione, insomma, sarebbe il modo in cui Apple ha sponsorizzato negli ultimi mesi il proprio assistente vocale: quest’ultimo non sarebbe in realtà quello mostrato negli spot pubblicitari, bensì un prodotto software ben al di sotto di quello pubblicizzato dall’azienda di Cupertino, la quale avrebbe così violato il Consumers Legal Remedies Act. Di qui la denuncia da parte di Fazio, il quale è alla ricerca di nuovi utenti che intendano affiancarlo nella class-action contro Cupertino, chiedendo alle autorità competenti un risarcimento per i danni subiti ed il blocco delle campagne pubblicitarie in questione.
La denuncia, poi, sembrerebbe riguardare anche il consumo di traffico dati che caratterizza Siri: l’assistente vocale made in Apple, infatti, sarebbe responsabile di eccessivi consumi, causando in alcuni casi il superamento della soglia mensile degli abbonamenti sottoscritti dagli utenti. Le accuse, insomma, sono piuttosto pesanti, soprattutto per un prodotto caratterizzato ancora dell’etichetta di software allo stadio Beta. Per il momento, l’azienda di Cupertino ha preferito non rilasciare alcun commento sulla vicenda.
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