Apple, sui brevetti serve un cambio di strategia

Kevin Rivette delinea un possibile scenario futuro che potrebbe scrivere la parola fine sulle continue diatribe legali tra Apple ed Android.
Apple, sui brevetti serve un cambio di strategia
Kevin Rivette delinea un possibile scenario futuro che potrebbe scrivere la parola fine sulle continue diatribe legali tra Apple ed Android.

La strategia messa in atto da Apple per difendere i propri brevetti dalla minaccia Android non sta producendo i frutti sperati. Kevin Rivette, esperto di proprietà intellettuale ed in passato vice presidente del reparto brevetti di IBM, vede infatti in tale modus operandi una sorta di vicolo cieco dal quale la società di Cupertino potrà uscire soltanto modificando sensibilmente il proprio modo di affrontare il problema, con la possibilità di trarne importanti vantaggi.

Nel corso di un’intervista concessa a Bloomberg, infatti, Rivette ha messo in evidenza come le continue denunce da parte di Apple non abbiano finora ottenuto risultati concreti, ma soltanto blocchi temporanei alle vendite di specifici dispositivi. Piuttosto che impedire l’avanzata di altri device, prosegue, la società della mela morsicata dovrebbe cercare di strappare accordi con i principali produttori per la concessione in licenza delle proprie tecnologie, ottenendo così un notevole potere su di esse, ma non solo.

Tali accordi potrebbero essere ispirati a quelli già ottenuti da Microsoft con numerosi produttori di smartphone Android, i quali devono versare al colosso di Redmond una quota fissa per ogni prodotto distribuito. Seguendo tale strada Apple andrebbe a crearsi un’importante fonte di ricavi, ma soprattutto realizzerebbe quello che Rivette definisce «un’ecosistema nel quale tutti possono vivere»: le tecnologie di Cupertino verrebbero adottate secondo precise regole da parte dei produttori di device basati sul robottino verde, ponendo la mela morsicata al centro dello sviluppo tecnologico in chiave mobile.

Tra le altre ipotesi lanciate da Rivette figurano inoltre accordi basati sullo scambio di favori tra le parti in gioco: la diatriba con Samsung, ad esempio, potrebbe facilmente concludersi mediante la stipula di un contratto che impedisca a Samsung di utilizzare per un certo arco di tempo le tecnologie realizzate da Apple, con quest’ultima che potrebbe ad esempio accettare di non produrre mai tablet da 7 pollici oppure permette al gruppo asiatico di sfruttare iTunes per la sincronizzazione dei propri dispositivi.

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