Il caso Apple contro Samsung vedrà presto una prima sentenza negli Stati Uniti. A partire da mercoledì, infatti, la giuria dovrà esprimere il proprio parere circa le accuse mosse da una parte e dall’altra in materia di violazione di brevetti, con il giudice Lucy Koh a presiedere il tutto. Lo stesso giudice che ha imposto alle due aziende di incontrarsi per discutere un eventuale accordo: la discussione c’è stata ma di risultati concreti, come prevedibile, neanche l’ombra.
Nella giornata di ieri, infatti, Tim Cook e Kwon Oh Hyun, rispettivamente CEO di Apple e Samsung, hanno cercato di individuare un accordo a metà strada tra le esigenze delle due società in un incontro durato oltre 11 ore, senza tuttavia riuscire nel proprio intento. Kevin Johnson, legale del colosso sudcoreano, ha dunque sottolineato al giudice Koh come la discussione abbia effettivamente avuto luogo, seguendo le direttive imposte alcuni mesi fa, ma nonostante ciò le due società risultano essere ancora piuttosto lontane e convinte che l’unica strada da seguire al momento sia quella legale.
A partire da domani, quindi, la giuria che si occupa del caso avrà a disposizione un documento da 100 pagine che illustrerà i principali punti in questione ed uno da 22 pagine nel quale ciascun membro dovrà esprimere il proprio giudizio in merito ai singoli brevetti scagliati da una parte e dall’altra, evidenziando eventuali violazioni. Documenti, questi, che lo stesso giudice Koh teme possano confondere i membri della giuria per la loro complessità, in quanto già causa di problemi per coloro che si occupano del caso da diverso tempo.
La battaglia tra Apple e Samsung, insomma, dopo circa due anni di continue accuse, scambi di denunce e scontri verbali, si appresta a vivere una delle fasi più importanti della propria storia: una sentenza sfavorevole nei confronti di una delle due aziende significherebbe un colpo duro da digerire, in grado di compromettere seriamente gli equilibri del mercato dell’elettronica di consumo. A giorni, quindi, sono attese ulteriori novità sul caso.