Jim Balsillie tuona contro Apple dopo che quest’ultima ha superato RIM, azienda di cui riveste la figura di CEO, nel mercato mobile. L’attacco parte dal Web 2.0 Summit e tocca principalmente uno dei punti fondamentali della politica di Apple: le critiche coinvolgono l’obbligo da parte degli utenti che intendono sviluppare applicazioni per iOS di dover utilizzare un SDK realizzato da Cupertino.
Un «ambiente chiuso», come lo definisce Balsillie. Il paradigma scelto da Apple per offrire l’opportunità di sviluppare per iPhone, iPad e iPod Touch non piace ai vertici di RIM, che piuttosto preferiscono seguire un’altra strada. «Non c’è bisogno di passare attraverso qualche tipo di software development kit. Questa è la parte principale del nostro messaggio: puoi utilizzare il tuo ambiente di sviluppo preferito». L’imposizione degli strumenti di sviluppo rappresenta un modo per limitare la libertà dei programmatori, bloccando l’accesso a determinati tipi di applicazioni.
Tra queste, il caso più celebre è quello di Flash, altro aspetto tirato in ballo da Balsillie: il CEO del gruppo dietro il marchio BlackBerry sostiene che la piattaforma realizzata da Adobe rappresenta un aspetto essenziale per ottenere un’esperienza Web completa, grazie alla possibilità di accedere a contenuti altrimenti impossibili da raggiungere. Le applicazioni native per i vari dispositivi devono avere un ruolo marginale, in quanto il canale principale per reperire informazioni sul Web resta sempre il browser, anche nel settore mobile.
Una forte accusa alle strategie aziendali di Apple, quindi, rea di aver creato una realtà distorta che influenza anche chi ruota attorno al panorama di Cupertino. Una realtà totalmente diversa da quella che si vive dalle parti di Waterloo, sede degli uffici di Research In Motion, ove la sfida degli smartphone è prossima all’estensione anche verso il mercato dei tablet. Per farlo, RIM è pronta a lanciare del mercato, in data ancora non ufficializzata, il modello PlayBook.
Per non farsi mancare proprio nulla, Balsillie ha fatto anche riferimento ad un video comparso su YouTube, che mette a confronto proprio il PlayBook con iPad: il risultato è stato nettamente in favore del primo in determinati campi, grazie soprattutto all’utilizzo di un processore dual-core che permette al tablet BlackBerry di essere tra le 3 e le 4 volte più veloce del rivale. Il guanto di sfida è stato lanciato, ora sta ad Apple muovere il prossimo passo.