Lo scorso anno, almeno tre fornitori di Apple hanno sfruttato il lavoro minorile: più di 11 bambini al di sotto dei 15 anni sono stati impiegati nella produzione di prodotti per i dispositivi targati mela. A dichiararlo è la stessa Apple, a seguito di severi controlli eseguiti durante l’intero scorso anno.
La società non ha rivelato i nomi delle aziende coinvolte da questo scandalo e, in aggiunta, ha sottolineato come qualsiasi rapporto lavorativo con tali fornitori sia stato interrotto. Non è, tuttavia, molto difficile ipotizzare la provenienza geografica di questi sfruttatori: i fornitori Apple sono quasi totalmente dislocati in Cina, Taiwan, Filippine, Malasia e nella Repubblica Ceca.
Cupertino si è accorta dello sfruttamento del lavoro minorile durante l’annuale controllo dei sistemi di qualità delle aziende con cui collabora. Rivelato l’impiego di bambini nelle fabbriche, la società ha immediatamente chiesto spiegazioni:
Per tutte e tre le società, abbiamo richiesto di visualizzare i registri di impiego, così come una completa analisi del processo di assunzione, in modo da chiarificare come sia stato possibile assumere minorenni.
Non è la prima volta che Apple si trova a fronteggiare la scarsa attenzione per i diritti dei lavoratori, soprattutto da parte dei propri fornitori orientali. Qualche mese fa, infatti, balzò agli onori di cronaca la vicenda Wintek, il fornitore di dispositivi multitouch per Apple: i lavoratori cinesi di questa azienda hanno scioperato ad oltranza per evitare di essere sottoposti all’esposizione non controllata di sostanze altamente tossiche.