Apple potrebbe essere alla vigilia di una difficile sfida legale con l’antitrust statunitense. Il rumor è lanciato dal New York Post, prima fonte ad ipotizzare la concretizzazione di un’ombra che da qualche settimana sembrava allungarsi sempre di più sugli uffici di Cupertino. Motivo del contendere è, probabilmente, l’eccessiva chiusura dell’iPad agli strumenti di sviluppo terzi. E la cronologia degli ultimi avvenimenti sembra confermare l’ipotesi.
All’interno dell’iPhone Developer Program License Agreement Apple ha inserito una specifica sezione 3.3.1 che ha immediatamente sollevato grandi polemiche poichè in poche righe il gruppo ha sancito un divieto chiaro nei confronti dell’utilizzo delle proprie API da parte di strumenti di sviluppo terzi. In poche ore la prima conseguenza era chiara: Flash è tagliato fuori dalla possibilità di sviluppo per iPhone e iPad, con grave danno per una Adobe in procinto di lanciare sul mercato la propria Creative Suite 5 con all’interno un tool apposito per lo sviluppo per device Apple.
La lettera di Steve Jobs prima e la risposta di Adobe poi hanno chiarito ulteriormente la situazione. Jobs, infatti, ha voluto indicare vari motivi all’origine della propria scelta: scarsa sicurezza, scarsa rapidità di adattamento, scarsa qualità di programmazione, scarsa apertura ed altri argomenti indicano per Apple e Adobe direzioni opposte. Adobe ha risposto ribaltando le accuse e mostrando comunque un profilo basso, apparentemente non belligerante. Ma probabilmente i meccanismi erano già stati avviati e le istituzioni avevano ormai messo la situazione nel mirino.
Secondo quanto trapelato dal New York Post, al momento si starebbe semplicemente vagliando il se ed il come procedere: in caso di indagine, infatti, l’autorità (DoJ ed FTC) necessita di conoscere i fatti e gli aspetti sui quali focalizzare la propria ricerca. Se si ravvisano i contorni di un possibile illecito, partirebbe a questo punto l’effettiva indagine al termine del quale giungerebbe sentenza di assoluzione o colpevolezza nei confronti del gruppo di Cupertino. Al momento, però, nulla è dato a sapersi: nulla di ufficiale a proposito delle indagini, nulla di specifico relativo alle tematiche pronte ad essere sviscerate, nulla di chiaro relativamente al possibile coinvolgimento preventivo di Adobe nel processo di analisi dell’operato Apple.
Nel frattempo l’iPad è stato distribuito a 1 milione di utenti e 12 milioni di applicazioni sono già state scaricate. Nessuna di queste, però, è stata sviluppata con tecnologia Flash. E se non vi saranno interventi correttivi in merito per Adobe l’opportunità è definitivamente tramontata a Cupertino per sorgere nuovamente a Mountain View, ove Android sembra voler accogliere con benevolenza le virtù di una partnership con Adobe.