Fine settimana teso tra Apple e Cartier. Le parti si sono infatti trovate sul piede di guerra a causa di una coppia di applicazioni ospitata sull’App Store di Cupertino, ma le accuse dell’azienda produttrice dei noti orologi ha ricevuto immediata risposta e la prova di forza si è pertanto risolta in una pace immediata. Non si tratta peraltro del primo problema per Apple derivante dai contenuti dell’App Store: è di poche settimane or sono un caso di greve impatto relativo all’applicazione Baby Shaker.
La denuncia era già stata formalizzata presso la Corte Federale di Manhattan: la Cartier International ha infatti formalizzato le proprie accuse contro Apple a causa di una applicazione prodotta da terze parti (Digitopolis), ma approvata da Apple e regolarmente ospitata sull’App Store (la fonte unica da cui scaricare le applicazioni per il proprio iPhone). L’applicazione è denominata “Fake Watch” (accompagnata peraltro dalla “Fake Watch Gold Edition”) ed è in grado di simulare il quadrante di un orologio Cartier sull’interfaccia touchscreen del telefono (o della parallela piattaforma iPod Touch). Risulta essere palesemente violato, pertanto, il design dell’azienda denunciante, la quale ha preteso la tutela del proprio marchio ed ha intrapreso la strada legale per lasciar intendere la serietà delle proprie intenzioni.
Il caso si è sgonfiato nel giro di poche ore: Apple, nell’impossibilità di negare gli addebiti, ha incontrato la buona volontà della controparte ed ha assecondato tale approccio eliminando immediatamente l’applicazione contestata. Cartier International aveva come unica finalità la tutela del proprio design ed ha pertanto ritirato la propria denuncia appena Apple ha eliminato la “Fake Watch” incriminata. Il caso è chiuso ma per l’App Store di Cupertino non è il primo e non sarà presumibilmente nemmeno l’ultimo.